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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca

Bruciò l'auto alla ex, il giudice respinge la richiesta del comandante della Polizia locale: resta il braccialetto elettronico

Sentito in udienza il consulente che ha analizzato telefoni, computer e social per ricostruire gli episodi di stalking

Messaggi, video, foto. Una mole di dati imponente quella che è stata trovata dal consulente della Procura di Perugia negli apparecchi telefonici e computer del comandante della Polizia locale del Casertano, finito sotto processo con l’accusa di stalking nei confronti di una collega con la quale aveva avuto una relazione. Il consulente si è occupato anche dell’analisi dei social della vittima, hackerati dall’imputato, secondo l’accusa, e utilizzati per controllare la donna.

Ieri davanti al giudice del Tribunale penale di Perugia è stato sentito un consulente tecnico del pubblico ministero in relazione a tutta una serie di elementi concernenti dati contenuti in alcuni dispositivi che costituirebbero uno degli elementi di prova dell’attività persecutoria e “di controllo” attuata dall’imputato nei confronti della ex, costituita parte civile tramite l’avvocato Luca Valigi, quando la loro relazione era già terminata. Parte civile che sarà chiamata a ricordare i fatti ad aprile nel corso della sua deposizione.

Il giudice ha anche sciolto la riserva sulla revoca della misura cautelare che quasi un anno fa impose al comandante della Municipale l’applicazione della cavigliera elettronica e il divieto di avvicinare la sua ex fidanzata. Il giudice ha mantenuto la misura.

La Procura di Perugia ritiene che l’imputato avrebbe dato alle fiamme l’auto della sua ex (l’incendio aveva distrutto anche le due auto parcheggiate vicino) dopo che la donna, agente di polizia locale, lo aveva lasciato e si era trasferita a lavorare e vivere in Umbria. L’uomo è accusato di atti persecutori, danneggiamento e accesso abusivo a sistemi informatici. Il rogo risale al 12 marzo del 2023 ed è stato ripreso dalle telecamere di sorveglianza della zona residenziale nei pressi di Perugia. Il cellulare dell’imputato, inoltre, si sarebbe agganciato alla cella telefonica che si trova proprio nel luogo dell’incendio.

La Procura contesta all’uomo, difeso dagli avvocati avvocati Giuseppe Stellato e Fiorentina Orefice, anche di essere entrato in casa delle donna, di essersi impossessato delle credenziali dei social della stessa per controllarla e screditarla con messaggi e post. le era perfino entrato in casa di nascosto per impossessarsi di password e credenziali così da controllarla sui social e screditarla agli occhi di familiari e amici.

Il processo è stato rinviato ad aprile per la deposizione della persona offesa e per sentire gli altri testi dell’accusa.

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