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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Speciale interruzione di gravidanza: "La Regione assuma ginecologi non obiettori di coscienza"

“Quali azioni la Giunta intende adottare per garantire un numero adeguato di ginecologi non obiettori in tutte le strutture sanitarie regionali al fine di assicurare il servizio di interruzione volontaria della gravidanza nel rispetto della legge '194/1978'”. Lo hanno chiesto all'assessore alla sanità Barberini e alla presidente Marini, attraverso una interrogazione, i consiglieri regionali Attilio Solinas, Carla Casciari (Partito democratico) e Silvano Rometti (Socialisti e Riformisti) ribadendo che la legge obbliga "gli enti ospedalieri e le case di cura autorizzate ad assicurare l'espletamento delle procedure previste, dall'articolo 7, e l'effettuazione degli interventi di interruzione della gravidanza richiesti. La Regione ne controlla e garantisce l'attuazione anche attraverso la mobilità del personale'”.

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“Presso il nuovo ospedale San Giovanni Battista di Foligno – scrivono ancora i firmatari dell'interrogazione -, nello scorso mese di gennaio è stata disposta la sospensione temporanea delle attività di interruzione volontaria della gravidanza, costringendo le donne del comprensorio a recarsi in altri presidi ospedalieri come Spoleto o Narni. La sospensione del servizio – aggiungono - si è verificata a causa del numero estremamente esiguo di ginecologi non obiettori presenti nell'ospedale (2), che per ragioni diverse non potevano essere in servizio (dimissioni in un caso e malattia nell'altro). Il diritto all'obiezione di coscienza dei medici è tutelato dalla normativa nazionale, nella quale, parimenti, è tutelato il diritto delle donne all'interruzione volontaria della gravidanza”.

Per Solinas, Casciari e Rometti, dunque, “l'elevato numero di medici obiettori di coscienza presenti sul territorio regionale potrebbe limitare l'effettivo esercizio del diritto delle donne ad avere accesso ai servizi di interruzione della gravidanza. Per questo - spiegano – è necessario che le aziende sanitarie provvedano a garantire il servizio su tutto il territorio regionale, in modo omogeneo ed effettivo, anche al fine di evitare il fenomeno della mobilità sanitaria, il ricorso a centri privati o, in casi estremi, a pratiche illegali e pericolose per la salute delle donne”.

I tre esponenti della maggioranza hanno invitato la Regione a prendere in considerazione alcune soluzioni adottate in altre parti del Paese per contenere gli effetti dell'obiezione di coscienza: “Tra le buone pratiche per garantire la continuità del servizio di interruzione volontaria della gravidanza c'è anche quella attuata dall'Azienda ospedaliera San Camillo – Forlanini di Roma, che ha indetto un concorso pubblico per l'assunzione di dirigenti medici (disciplina ostetricia e ginecologia) richiedendo espressamente ai candidati la disponibilità allo svolgimento delle attività di interruzione volontaria della gravidanza”.

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