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Cronaca Umbertide

Sparatoria ad Umbertide, arrestato 23enne: l'ombra della droga, delle minacce e delle ritorsioni

Sarà ascoltato domani mattina in carcere dal gip Giangamboni, il 23enne albanese che il 15 aprile gambizzò un connazionale di 36 anni

Il 23enne albanse che il 15 aprile sparò ad un connazionale di 36 anni ad Umbertide, sarà interrogato domani mattina dal gip Giangamboni in carcere a Capanne. Il giovane, indagato per lesioni gravi e porto abusivo d'armi nei giorni scorsi è stato arrestato dalla polizia. L'indagato, ascoltato anche anche dal pm Michele Adragna, avrebbe sparato per difendersi da un gruppo di spacciatori che quella maledetta sera gli avevano dato appuntamento per risolvere un debito di droga.

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Il ragazzo, incensurato, in Italia da quando aveva 12 anni e residente ad Umbertide con la madre, ha avuto però un passato burrascoso con la dipendenza da cocaina, tanto da essere stato preso in cura anche dal Sert. Da qui sarebbero iniziati i problemi, secondo la versione dell'indagato lo spacciatore dal quale si forniva, sotto minaccia lo avrebbe fatto desistere dal suo intento di uscire dal tunnel della droga.

Mesi fa sarebbe intervenuto anche lo zio 50enne del giovane, per esortare lo spacciatore a non fornire più droga al nipote. Il debito (qualche centinaia di euro), le minacce, e quell'appuntamento la notte del 15 aprile intorno alle 23. Lui sarebbe arrivato con lo zio e il cugino per parlare con lo spacciatore, rimasto nel frattempo in disparte. Dall'auto sarebbero scesi  un gruppo di albanesi che avrebbero cercato di aggredirli, a quel punto, vista la situazione, avrebbe tirato tre colpi in aria con la pistola acquistata illegalmente.

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Gli spari non avrebbero sortito effetti al gruppo, e lui avrebbe quindi indirizzato l'arma e colpito alla gamba il fratello del pusher. Il 23enne - difeso dall'avvocato Omar Khmayes - non ha negato di essere lui l'autore del gesto, mentre la pistola, dopo aver sparato, l'avrebbe gettata nel Tevere. I nodi della vicenda sono ancora tutti da sciogliere;  la difesa intanto avanzerà la richiesta di una misura meno afflittiva per l'indagato. 

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