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Cronaca

Spara alla moglie dopo super-bolletta telefonica: "Chiedo le attenuanti: mi aveva rovinato"

La Cassazione ha confermato la linea dura contro il perugino che nel 1998 aveva sparato alla moglie al torace dopo una bolletta telefonica da 3 milione 500 mila euro. La moglie consultava una chiromante tutti i giorni. Il marito è impazzito quando ha scoperto i soldi buttati per la maga

Ha imbracciato il fucile da caccia e sparato alla moglie perchè passava ore al telefono con un servizio di cartomanzia a pagamento e arrivavano bollette esorbitanti. La donna ha rischiato la vita per le ferite al torace ma si è salvata. Per la Cassazione è giusta una condanna severa: tentato omicidio e non lesioni come richiesto dalla difesa. Ma no anche all'aggravante dei futili motivi. Lo ha stabilito la Prima Sezione Penale accogliendo sul secondo punto il ricorso presentato dalla difesa di un uomo di 59 anni condannato a dicembre 2011 dalla Corte d''Appello di Perugia.
   
L'uomo era impazzito dopo che l'ultima bolletta nel 1998 aveva raggiunto quota 2 milioni di lire e che in base agli scatti telefonici già conteggiati per il solo mese di agosto si arrivava già a un milione e mezzo. Per questo ha preso il fucile e premuto entrambi i grilletti dell'arma a due canne. Un gesto non di "futilità" secondo la difesa, ma di "irrazionalità" dato che il conto in pratica dimezzava il suo reddito.
   
Come riporta la sentenza della Cassazione, che "l'insorgenza del proposito omicida era del tutto sproporzionato e riferibile ad uno stimolo esterno assolutamente lieve rispetto alla enorme gravità del gesto compiuto". Anche in considerazione del fatto che l'imputato guadagnava tra i due milioni e mezzo e i tre, e inoltre suo padre si era offerto di pagare le bollette
telefoniche.

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