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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca

Scuola, studenti in piazza: "I tagli a carico nostro e dei genitori"

La pioggia non ha fermato la manifestazione di protesta contro i tagli alle scuole, al fondo per il diritto allo studio, la sicurezza degli edifici. Polemiche anche sul concorso per i professori

La pioggia non ha fermato il corteo di protesta degli studenti medi, dell'università, dei docenti e ricercatori dell'Umbria. Sfruttando il porticato del Palazzo della Provincia e della Prefettura in Piazza Italia un centinaio di studenti hanno dato vita ad un'assemblea molto partecipata è incentrata su tre parole chiave: nuovi fondi per quell'Erasmus tanto osannatto ma rimasto con zero fondi, potenziamento delle casse al diritto allo studio e stop tagli alla scuola e agli ateni che determinano un depotenziamento della didattiva e della qualità dell'insegnamento.

Ma c'è anche un versante prettamente perugino: la questione Università degli studi. Il timore degli studenti è quello di andare verso un progressivo impoverimento dei corsi e delle facoltà per prediligere soltanto quelle a numero chiuso o di grande spessore scientifico-tecnico come Medicina e Ingegneria. Una riduzione che comporterebbe l'obbligo anche per gli umbri di cercare fortuna in altre regioni in un momento storico dove le famiglie non hanno risorse sufficienti per poter pagare rette, affitti e iscrizioni.

Scuola, studenti in piazza a Perugia

"Né lo Stato né la Regione - hanno ribadito i giovani dell'Udu - investono quanto dovrebbero sul diritto allo studio, così i costi dei trasporti e dei servizi per lo studente aumentano ogni anno di più. Queste spese ormai insostenibili provocano un tasso di dispersione scolastica che si aggira intorno al 19 %. Mancano una didattica che sia al passo con i tempi e qualcuno che valuti efficientemente la competenza dei docenti e il sistema scolastico in generale".

Sul fronte del versante degli studenti delle superiori invece si ribadisce anche l'importanza della sicurezza degli edifici scolastici: "Lo Stato non investe più nella cultura e nella formazione dei giovani cittadini: la Scuola ci sta crollando addosso, materialmente e come sistema.

Faremo noi allora l’investimento rinunciando ad un giorno di istruzione, un nostro diritto, per cercare di risvegliare l’opinione pubblica e non permettere che anche le nostre idee vengano abbattute” ha dichiarato Alessandro Biscarini, studente delle superiori e Coordinatore regionale di Altrascuola. Una manifestazione pacifica e piena dei contenuti che dimostra come questi ragazzi non stanno in piazza per non andare a scuola ma per ridisegnare il futuro. Sul fronte degli insegnanti polemiche sui parametri di ammissione al concorso per le cattedre". 

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