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Cronaca

Scontri tra tifosi a cinghiate e colpi di bastone, condanne confermate per i tafferugli dopo Perugia-Ascoli

La Corte dell'appello ha ridotto la pena a 2 degli 8 imputati. Compensati i periodi di Daspo tra provvedimento amministrativo e sanzione penale. Le difese aveva avanzato la richiesta di non doversi procedere per prescrizione

Condanne confermate (tranne la riduzione di 1 anno per due imputati) e Daspo confermati, ma da compensare tra quanto prevede la norma amministrativa e il provvedimento penale. Di fatto alcuni dei tifosi imputati sono a “credito” con la giustizia avendo scontato più anni di quanto previsto dal daspo stesso.

La Corte d’appello di Perugia ha emesso la sentenza nei confronti di 8 dei 9 tifosi del Grifo finiti sotto processo per i disordini seguiti alla partita del 2013 contro l'Ascoli (uno degli imputati è uscito dal procedimento per prescrizione).

Quel giorno furono due i momenti di scontro tra le tifoserie del Perugia e dell’Ascoli. Cinghiate, fumogeni e scontri tra tifosi perugini e quelli ascolani e una parte di città paralizzata con le forze dell'ordine chiamate agli straordinari. Uno scontro “leale” si lesse nei giorni seguenti nei blog dei tifosi. Un racconto di scontri cavallereschi e di coraggio, con l’onore dato ai perugini di essere andati a cercare gli ascolani e l’omaggio inverso perché i marchigiani non si tirarono indietro.

Per due volte le tifoserie si erano scontrate. La prima in campo aperto, la seconda nella zona di carico e scarico dei tifosi dell’Ascoli, con tanto di danneggiamento ad un autobus. Per i difensori, però, gli imputati non avrebbero potuto partecipare ai due eventi, vista la distanza e la quasi contemporaneità dei fatti.

Nell'ambito delle indagini fu arrestato un ascolano di 23 anni per aver colpito con un manganello telescopico un funzionario di polizia in servizio. Il giovane aveva poi patteggiato una condanna a un anno e sei mesi di reclusione per resistenza, lesioni aggravate e uso di oggetti contundenti nell’ambito di manifestazioni sportive. Nei suoi confronti era stato anche messo un Daspo di cinque anni, con l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.

I nove perugini, tutti appartenenti ai gruppi organizzati della tifoseria del Grifo erano ritenuti responsabili a vario titolo dei reati di rissa, “travisamento” e uso di oggetti contundenti nell’ambito di manifestazioni sportive. Uno di loro non aveva inoltre rispettato un foglio di via.

I tafferugli si erano verificati durante il deflusso del pubblico, quando un gruppo di ultras perugini coperti con sciarpe e cappucci, e armati di cinghie, aste di bandiere, mazze e altri oggetti contundenti, aveva cercato in due occasioni di aggredire i tifosi ospiti.

Dopo le indagini della Digos e grazie anche alle immagini delle telecamere di videosorveglianza hanno condotto in tribunale 8 ultras del Perugia e condanne con pena tra un anno e un anno e mezzo (“per aver utilizzato - secondo l'accusa del pubblico ministero - oggetti contundenti, segnatamente la cintura dei propri pantaloni, cercando di colpire tifosi avversari pertanto in modo da creare concreto pericolo per la persone a loro vicine”). Oltre ai Daspo (tra i 5 e i 6 anni) infine, per tre dei condannati è stato stabilito anche un risarcimento per i danni provocati al bus dell'Ascoli, con una provvisionale di 8mila euro.

In Corte d’appello la sentenza è stata, di fatto, confermata, salvo per due imputati che hanno usufruito di una riduzione di 1 anno. Per il Daspo, come detto, il giudici hanno deciso per lo scorporo del presofferto tra il periodo previsto dal provvedimento amministrativo e quello penale, anche se vista la vetustà del provvedimento, ormai è tutto scontato.

I difensori hanno eccepito l’intervenuta prescrizione, considerando un’interruzione dovuta ad attività di indagine della Procura di Perugia, ma i giudici non sono stati della stessa opinione. Da qui l’annuncio del ricorso per Cassazione per la valutazione della prescrizione.

Gli imputati sono difesi dagli avvocati Stefano Tentori Montalto, Andrea Pierozzi, Fabio Massimo Sebastiani e Leonardo Fava.

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