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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca

Aeroporto Perugia: "A rischio numerosi posti di lavoro. Troppe domande senza risposte"

Alla luce di tante domande senza risposta, il M5S intende quindi chiedere l’audizione della presidente di Regione, così come dei vertici di SASE e Ryanair

Le dimissioni di Mario Fagotti da Presidente della Sase e la decisione da parte di Ryanair di diminuire drasticamente le rotte, sta sollevando il polverone della polemica. Questa volta è il consigliere regionale del M5S ad alzare la voce: “Le attuali vicende non possono essere liquidate con leggerezza, tanto più alla luce delle dichiarazioni rilasciate dal vertice dimissionario della società di gestione aeroportuale -"non perfetta condivisione delle scelte con i soci": quali scelte? Con quali soci?”

“Sase e Ryanair – ha spiegato Fagotti - dovrebbero anzitutto spiegare compiutamente e non attraverso meri comunicati stampa le ragioni del rispettivo disimpegno. Quanto alla compagnia irlandese, l’ennesimo aggravio delle tasse di imbarco rappresenta certo un onere rilevante che comporta alcune domande: visto che è stato il Governo Renzi a spremere aziende e passeggeri, la presidente di Regione era a conoscenza? Cosa ha fatto per bloccare tali aumenti? Perché la Marini non difende l'aeroporto regionale? Esistono alternative a Ryanair? Qual era il coefficiente di riempimento delle rotte avviate –sicuramente un caso- durante la campagna elettorale 2015? Quanto è costato a Regione/SASE attivare queste tratte, qualora il privato abbia gradito o preteso una compartecipazione alla relativa spesa? Quando Catiuscia Marini metterà da parte gli scontri in seno al suo partito per occuparsi finalmente dell’Umbria?”

Alla luce di tante domande senza risposta, il M5S intende quindi chiedere l’audizione della presidente di Regione, così come dei vertici di SASE e Ryanair. “Ci sono in ballo numerosi posti di lavoro – spiega Liberati -, eppure poco o nulla sembrano aver fatto Regione e la stessa Sviluppumbria per l’aeroporto, vista l’annosa questione logistica, con un’accessibilità gravemente penalizzata soprattutto a livello ferroviario. Né è immaginabile un piano di rilancio turistico, mentre la SASE presenta da anni bilanci in rosso”.

“L'aeroporto dell’Umbria, nonostante l’avanzamento strutturale dell’ultimo lustro, è mutilato di una cornice di adeguati servizi, come cattedrale nel deserto. Il problema è nella sua governance, composta delle stesse persone che stanno portando l’Umbria al tracollo. Come su altro, anche qui si sta facendo il male di Perugia e dell’intera regione, senza la minima possibilità per il S. Francesco di competere o divenire hub alternativo a Roma o Firenze. Occorre – conclude infine Liberati - allora andare ben oltre le favole del Piano Trasporti recentemente approvato dall’Assemblea, esigendo piuttosto un piano logistico straordinario che, unito a sistematiche e credibili azioni di marketing all’estero, favorisca l’attrattività dello scalo a vantaggio delle nostre comunità. Non prima, però, di aver individuato sprechi, inefficienze e responsabilità personali”.

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