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Cronaca

Oggi è Sant'Ercolano, l'unico vero patrono di Perugia: enunciati meteorologici e spigolature storico-linguistiche

Oggi è la festa della traslazione del corpo di Sant’Ercolano, defensor civitatis contro i Goti di Totila

Oggi è la festa della traslazione del corpo di Sant’Ercolano, defensor civitatis contro i Goti di Totila (il dies natalis, ossia la data della morte e della “nascita alla santità” ricorre invece il 7 novembre, festa dell’Università). Non ci soffermeremo sulla nota litomachia o battaglia dei sassi che si teneva, appunto, tra i rioni “de sopra” (Porta Sant’Angelo, Porta Sole, Porta Santa Susanna) e quelli “de sotto” (Porta San Pietro e Porta Eburnea), scendendo da via Guerriera (poco sotto la basilica ottagonale) in Campo Battaglia, ossia all’uscita della Kennedy, nei pressi dell’ex Officina elettrica, oggi tribunale.

In altra occasione, abbiamo raccontato l’origine delle laschine della pasticcera Carla Schucani, che Sandri realizzò per compiacere monsignor Bromuri (in foto esclusiva col busto argenteo del santo).

Oggi ricordiamo un paio di detti, legati alla figura del vero e unico patrono della Vetusta. Un enunciato meteorologico connesso a S. Ercolano (quello del 1° marzo) recita SI PIOVE PER SANT ERCULÈNO, SCACCIA L FANT E AMAZZA L CHÈNO (“se piove per sant’Ercolano, scaccia il fante e ammazza il cane”), per dire che non ci sarà raccolto sufficiente ad accogliere ospiti (fante) e per mantenere gli animali (cane), a causa dell’eccessiva piovosità primaverile.

Se tanto mi dà tanto, vista la pioggia odierna, il raccolto dovrebbe essere ben misero. Smentito un altro detto sul mese che inizia: MARZO: OGNI VILLAN VA SCALZO. Provateci voi, con le temperature odierne!

Infine, un detto offensivo suona AVECCE DU FACCE COME SANT’ERCOLANO a indicare ambiguità. Deriva dalla circostanza per la quale  alla processione di andata l’immagine del santo era sormontata da una testa di legno (com’è noto, Ercolano fu decapitato). Al ritorno la testa era dorata, come segno di santità. Da qui il detto sul “cambio” della faccia. Nella chiesa viene conservato (ed esposto in occasione della festa) un busto argenteo del Santo, molto caro al compianto monsignor Elio Bromuri, che fu per anni Rettore della chiesa ottagonale.

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