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Cronaca

Sanitopoli, il "mistero" delle assunzioni: il dribbling dell'ex assessore Rosi

Nuova udienza del processo 'Sanitpoli'. A salire sul banco dei testimoni questa volta è stato l'ex assessore alla Sanità della Regione Umbria, Maurizio Rosi. Presente in aula anche Maria Rita Lorenzetti

Sono tutti presenti, o quasi. Ex presidente dell’Umbria compresa. Maria Rita Lorenzetti non si perde, infatti, una parola dell’ultima udienza del processo battezzato ‘Sanitopoli’. Seduti e con le orecchie attente anche gli altri imputati tra cui l’ex assessore alla sanità Rosi e l’ex direttore generale dell’Asl 3 di Foligno, Gigliola Rosignoli. C’è chi storce la bocca e chi invece cammina avanti e indietro per l’aula, come la “Zarina” che, mentre vengono spiegate le procedure regionali che riguardano l’approvazione o meno delle delibere, pare proprio che sappia a memoria ogni singola procedura, spiegandole a chi le è vicino.

Tecnicismi, articoli e chiarimenti si susseguono per due ore senza sosta. A salire sul bancone degli imputati, una alla volta, sono infatti i “burocrati” della regione. Il motivo è semplice: secondo infatti l’ipotesi dell’accusa “avrebbero alterato l’atto di richiesta di autorizzazione all’assunzione di personale predisposto dalla Asl 3 modificando il numero dei dirigenti del ruolo amministrativo, portando la richiesta da tre a quattro mediante una correzione a penna, su indicazione dell’assessore Maurizio Rosi, a sua volta sollecitato da Gigliola Rosignoli e da Santoni Sandra, questa ultima risultava la diretta beneficiaria della correzione, atteso che presso la l’aumento di posti da dirigente era finalizzato a consentire la sua assunzione con tale qualifica presso la Asl”.

Tradotto, avrebbero modificato la delibera in questione per permettere l’assunzione di Sandra Santoni e cioè l’allora capo di Gabinetto della stessa Lorenzetti. Ma a voler chiarire la questione di “quello che è stato solo un errore umano”, come è stato definito in aula, è proprio l’ex assessore alla Sanità Rosi.

Seduto sul tavola dei testimoni, non si tira indietro a una sola domanda dei sostituti procuratori, Mario Formisano e Massimo Casucci. Anche quando vengono tirate in ballo quelle famoso intercettazioni che non sono state messe agli atti. “Lei ha mai ricevuto pressioni per ciò che concerne l’assunzione di Sandra Santoni?”, queste la domanda cruciale fatta dal pm a Rosi. Il quale risponde: “No, mai”. Formisano alza i toni per un botta e riposta che lascia tutti con il fiato sospeso. “In sede di interrogatorio disse il contrario e leggo: ‘E’ probabile che abbia ricevuto alcune pressioni per far assumere Sandra Santoni’, quindi le ha  avuto o no?”. L’ex assessore taglia di netto: “Devi capire che le assunzioni non dipendono da me, ma dai dirigenti delle Aziende sanitarie. E comunque mi sono arrivate spesso delle telefonate con delle richieste, ma credo sia normale, dato che le Asl hanno bisogno di personale”.

Il botta e risposta continua. Il sostituto procuratore insiste: “Ma allora la Santoni come è stata assunta?”. “Le ripeto che non lo so, le ho spiegato che le assunzioni vengono effettuate dai dirigenti, ma le posso assicurare che quei quattro posti presenti nella famosa delibera non hanno portato all’assunzione dell’ex capo di gabinetto”.

“Allora come è stata assunta?”, insiste il Sostituto procuratore: “Non lo so, le ripeto. Ma io sono una persona per bene e quando io ero assessore alla Sanità, l’Umbria si è sempre distinta per il contenimento dei costi, affiancato a un ottimo servizio sanitario”. Insomma a quanto afferma l’ex assessore la famose correzione a penna, dove un 3 era diventato magicamente un 4 (numero dei posti disponibili), era stato “sciatterei” fatto da Rellini. I posti furono semplicemente un atto dovuto e “nell’aria” da molto tempo. I sindacati premevano, infatti, per l’assunzione di 15 precari. Il risultato fu il “pastrocchio” della famosa delibera. Alla prossima udienza del 26 maggio.

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