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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Umbria, scatta la sanatoria per gli stranieri: badanti in pole

In Umbria ci sono dai 5 ai 10mila lavoratori a nero. Dal 15 settembre al 15 ottobre sarà possibile regolarizzare. Ecco come fare, quanto costa. Nessun permesso per chi ha avuto guai con la giustizia

Sanatoria per i lavoratori stranieri irregolari ma solo a condizione che da quanto sono clandestini in Italia o a Perugia non abbiano commessi reati o siano stati segnalati per motivi di ordine pubblico. Dal 15 settembre al 15 ottobre per il Viminale sarà possibile in Umbria regolarizzare i 5mila lavoratori a nero stranieri che operano in Umbria clandestinamente.

Tra i 10 e i 12mila lavoratori invece per le associazioni di immigrati e per i sindacati. Si potranno “portare alla luce” tutti quei lavoratori che dalla fine del 2011 sono stabilmente “clandestini” In italia e che lavorino almeno dal maggio scorso. Prezzo dell’operazione mille euro (più marca da bollo da 14,62 euro), grosso modo 500 euro in più rispetto al passato.

La normativa  prevede che se non "sana" la famiglia umbra o l’imprenditore di casa nostra può farlo tranquillamente il lavoratore-clandestino ma a quel punto le sanzioni arrivano persino a 150mila euro per sfruttamento di clandestini. Un' arma in mano agli irregolari che in caso di denuncia gli frutterebbe un permesso da rinnovare ogni sei mesi fino alla fine del procedimento giudiziario a carico del loro datore di lavoro. Alcune pratiche sono già arrivate in Cgil, Cisl e Unione degli Inquilini.

Gli stranieri che in Umbria lavorerebbero senza documenti sono in preavalenza (al 65 per cento) badanti e colf mentre il resto sono anche braccianti, muratori, giardinieri, lavapiatti e persino operai in piccole ceramiche o aziende tessili. Regolarizzare dunque conviene ma oggi come non mai è molto oneroso: infatti la normativa prevede oltre i mille euro – da pagare subito prima dell’invio della richiesta ufficiale via telematica e in caso di pratica non valida i denari restano allo Stato – anche il pagamento di almeno 6 mesi di contributi rispetto agli stipendi versati. In pratica ci vogliono da 4mila a 5mila euro una tantum.

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