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Lo studentato della vergogna davanti a San Bevignate? Non si farà più

Arriva la conferma ufficiale dal Comune di Perugia che aveva osteggiato, con la nuova amministrazione comunale, il progetto che era stato spinto dall'Agenzia per il Diritto allo Studio

“La Regione Umbria ha negato in modo definitivo, con la determinazione dirigenziale n.8162 del 9 ottobre 2014, l’autorizzazione paesaggistica per la costruzione dello studentato davanti a San Bevignate progettato dall’ADISU": lo ha affermato il vice-sindaco Urbano Barelli spiegando che con questa decisione si chiude così una intricata vicenda che l'attuale Amministrazione comunale ha seguito con particolare attenzione anche perché la tutela dell'area di San Bevignate ha costituito un punto qualificante dell'accordo politico che ha portato all'elezione del Sindaco Romizi.

"Un patrimonio - ha continuato Barelli - del quale dobbiamo essere fieri e gelosi custodi, la cui presenza e valorizzazione ci consente di allontanare l’immagine negativa di questi anni e di recuperare quell’immagine positiva di una città conosciuta nel mondo per la sua storia, la sua cultura e le sue qualità ambientali".

La vicenda era iniziata il 30 novembre 2007 con una prima autorizzazione paesaggistica rilasciata dal Comune di Perugia che era stata però annullata il 10 gennaio 2008 dalla Soprintendenza per i beni architettonici e il paesaggio.

Dopo la prima bocciatura, l’ADISU aveva insistito chiedendo l’autorizzazione direttamente alla Regione Umbria che all'epoca l’aveva rilasciata con determinazione dirigenziale n.6749 del 29 luglio 2008, ottenendo anche il parere favorevole della Soprintendenza il 4 settembre 2008.

Senonché, dopo l’avvio dei lavori a dicembre 2013, ci si è tardivamente accorti che l’autorizzazione paesaggistica era già scaduta il 29 luglio 2013, come ha poi riconosciuto anche il TAR Umbria con la sentenza n.253 del 12 maggio 2014.

Per poter riavviare i lavori, l’ADISU avrebbe dovuto ottenere una nuova autorizzazione paesaggistica. Infatti, nello scorso mese di giugno ha ripresentato la  richiesta che è stata, però,  bocciata sia dalla Direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici dell’Umbria che dalla stessa Regione Umbria con la citata determina n.8162/2014”.

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