Caso San Bevignate: "Il collegio non può essere costruito in nessun altro posto"

La situazione è paradossale. Proteste, fiaccolate e post di rabbia dei cittadini in un Facebook che, all’epoca dei fatti, era pieno zeppo di commenti poco carini nei confronti di Regione Umbria e Comune di Perugia. Adesso la vicenda appare molto più delicata di quel che potrebbe sembrare, dato che la costruzione del Collegio Adisu di San Bevignate non può essere fatta in nessun altro posto, se non vicino alla chiesa templare tanto cara ai perugini.

La risposta che appare più nelle sembianze di un ordine perentorio, arriva direttamente dalla Commissione paritetica ministeriale: “Non è possibile considerare ipotesi alternative”. Morale della storia o costruiamo il collegio nel luogo deciso ormai da tempo immemore, o i 18 milioni di finanziamenti messi a disposizioni finiscono dentro il secchio, senza la possibilità di essere usufruiti.

Inutili quindi le proposte alternative presentate da Amministrazione regionale e comunale che, di comune accordo, avevano chiesto all’unisono di costruire il nuovo collegio o in via Errico del Pozzo oppure usufruire i soldi per la ristrutturazione di un edificio.

La protesta partì a febbraio scorso, quando il presidente di Italia Nostra, Urbano Barelli, lo stesso che rischia di diventare vicesindaco di Perugia, si oppose contro “la mostruosità”, come lui stesso la definì, dando vita a numerose manifestazione e una guerra senza fine. Di San Bevignate ne fece infatti un vero e proprio cavallo di battaglia durante la sua campagna elettorale di candidato a sindaco. Adesso sarà difficile uscire dal tunnel e accontentare i cittadini che già si dimenano, preferendo non sfruttare i fondi e rinunciare a un nuovo Collegio. Decisione che non farebbe di certo piacere al presidente dell’Adisu, Maurizio Oliviero.