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Cronaca

Rocchetta, il sequestro dei terreni non ferma la produzione. L'azienda: "Mai negato l'uso civico". E c'è chi offre altra acqua...stesso marchio

Anche oggi, come nei giorni scorsi, lo stabilimento della Roccheta spa - uno dei marchi delle acque minerali più importanti in Europa - si continua a lavorare, si imbottiglia acqua naturale e gassata, si producano gli elisir. Il bicchiere, per fortuna per la città e l'azienda, è mezzo pieno. Poteva essere vuoto, vuotissimo dopo la notizia del magistrato che aveva posto sotto sequestro i terreni dove si trovano i pozzi per attingere acqua minerale alla Gola del Diavolo. Un atto importante dopo che sarebbero state accertate delle anomalie e presunti errori su concessioni edilizie da parte dei funzionari pubblici. Il sequestro riguarda solo la "terra" e non i pozzi: questo consente all'industria di continuare la produzione.

Ma la decisione del magistrato romano agli Usi Civici  è soltanto una tappa di una guerra sull'acqua che vede il sindaco schierato con la Rocchetta e dall'altra il Movimento 5 Stelle con la Comunanza Agraria. In ballo un investimento milionario in cambio del rinnovo anticipato della convenzione per gli imbottigliamenti. Mai come in questo periodo Gualdo ha bisogno di posti di lavoro, di qualsiasi genere o in qualsiasi settore. Ma le regole vanno rispettate. Ora per la Rocchetta non resta che aspettare una sentenza del Tar - sulla convenzione - e la prima udienza post-sequestro a febbraio a Roma (per il sequestro dell'area della sorgente alla Gola del Diavolo).

Se il magistrato romano colpisce dirigenti e funzionari pubblici sull'applicazione presunta errata di leggi e regolamenti, l'azienda delle acque minerali deve respingere l'accusa di aver negato l'area di tutti (della Comunanza formata dai capifamiglia gualdesi). L'avvocato Chiara Bigioni ha respinto tutto al mittente: "Non abbiamo mai impedito  attività se non nei punti di presa, come previsto dalla Regione dell'Umbria in fatto di sicurezza. E mai negato alla collettività il diritto di uso civico, peraltro esercitabile sulla quasi totalità della concessione". Nessuno lo dice chiaramente ma pesano e fanno paura quelle parole espresse sempre dall'avvocato della Rocchetta: "Non si comprende questo accanimento alla luce di un interesse (collettivo) mai ostacolato". Accanimento.

L'ipotesi di una fuga da Gualdo Tadino, per evitare altre trattive e convezioni da riscrivere da zero (anche più onerose del passato), si fa sempre più forte negli ambienti politici e industriali. Non è un mistero che alla Rocchetta è stata offerta da altri territori acqua di qualità per produrre i loro prodotti. Utilizzando sempre la parola Rocchetta, che oltre ad essere una località dell'appennino è commercialmente un marchio registrato. Tutto questo avviene quando la Tagina, la seconda azienda più grande del territorio, non paga stipendi da oltre due mesi (pagata la tredicesima di fine anno) e in questo ore si sta giocando la trattative per una cessione complicata. Tra poco si rischia che, per ragioni di merito o per errori altrui, a Gualdo Tadino il bicchiere non sarà nè mezzo pieno nè mezzo vuoto: non ci sarà più il bicchiere. 
 

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