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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Rissa elettorale tra CasaPound e Potere al Popolo, un’udienza per cercare di “spuntare” le accuse

Tentativo di accordo per ritirare le querele e abbassare i giorni di prognosi per le ferite. Per la rissa si discuterà sul rinvio a giudizio. I due gruppi si erano scontrati a febbraio del 2018 mentre affiggevano manifesti elettorali

Rissa elettorale tra CasaPound e Potere al Popolo, un’udienza per cercare di “spuntare” l’accusa. Coltello? Forse un bastone spezzato. Lesioni? Pochi giorni ed era guarito. Dopo la concitazione del primo momento, con manifestazioni in piazza e grandi titoli, anche la Procura perugina aveva abbassato i toni, fino alla richiesta di giudizio per rissa (come dire: non importa chi inizia e chi finisce, vi siete menati tutti).

I fatti sono noti. A Ponte Felcino si incontrano-scontrano (agguato? Appostamento?) due gruppi di militanti che affiggono i manifesti elettorali delle Politiche del 2018. C’è una rissa, contusioni da entrambe le parti, un ferito che si fa medicare al Pronto soccorso (prima 10, poi 38 giorni di prognosi). C’è chi parla di un coltello (mai trovato né mai citato negli atti della Procura).

I manifesti con la colla fresca sono quelli di Casa Pound, quindi è presumibile che fossero loro ad affiggere e che i militanti di Potere al Popolo siano arrivati dopo e sia scoppiata la rissa. Una versione che trova conferme nella testimonianza di una signora che aveva sentito arrivare le auto e poi le urla.

Per la Procura perugina, come detto, cambia poco chi sia arrivato prima e chi dopo o chi abbia tirato il primo pugno. Richiesta di giudizio per tutti: accusa di rissa e lesioni.

Se per il primo capo d'imputazione non si può fare nulla (si va avanti d’ufficio), per le lesioni si può rimettere la querela (purché si scenda sotto i 20 giorni, altrimenti è perseguibile d’ufficio). Ed è quello che starebbero tentando di fare gli avvocati delle parti (Luciano Ghirga, Giuliano Bellucci e Francesca Pasquino per i ragazzi di Potere al Popolo; Domenico Di Tullio per CasaPound). Da qui il rinvio dell’udienza a settembre.

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