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Cronaca

Rifiuti pericolosi in Italia, "oro" per il mercato del centro Africa, nei guai ex portiere del Camerun

L'uomo e un socio, residenti a Perugia, indagati per traffico di rifiuti speciali: computer, modem, water, macchine da cucire. I giudici del Riesame chiamati a decidere sul sequestro di un container ad Ancona

Ventisettemila duecentosessanta chilogrammi di rifiuti per la Procura, di prodotti ancora buoni da vendere sui mercati dell’Africa centrale. Davanti al Tribunale del Riesame di Ancona si sono affrontate le due posizioni riguardo ad un container pieno di prodotti Raee, quelli non riciclabili, sequestrati a due cittadini africani, entrambi residenti a Perugia (uno dei quali con un passato da portiere di riserva della nazionale del Camerun) e difeso dall’avvocato Vittorio Lombardo. Il collegio del Riesame si è riservato sulla decisione.

Il 10 settembre del 2019 la il personale della Dogana del porto di Ancona e i Carabinieri del Noe avevano posto sotto sequestro un container con 1415 tazze del water per un peso di 8.865 chilogrammi e un valore dichiarato di 2.637,17 euro; 30 colli di parti di apparecchi per illuminazione casalinga dal peso di 500 chili e per un valore di 275,76 euro; 13 colli di macchine per la pulizia dei pavimenti per 70 chili di peso e 347,80 euro di valore; una idropulitrice con accessori, 400 chili di peso e 150 euro di valore; 7 colli di materiale idraulico vario (sanitari, rubinetteria, tubature) per un peso lordo di 600 chilogrammi e 400 euro di valore; 1 collo di lampadari da 331 euro; 45 colli di macchine da cucire per 1490 chilogrammi e 607 euro di valore commerciale; un autocarro usato e 164 colli di elettrodomestici, apparecchi elettrici e abbigliamento sportivo per 3.500 chilogrammi e 2.600 euro di valore.

Al controllo del container gli agenti della Dogana riscontravano “la presenza di apparecchiature elettriche, parti di auto e materassi ammassati uno sopra l’altro senza alcun tipo di protezione” e chiamavano i Carabinieri del Noe, i quali sigillavano il container in vista di un controllo più approfondito il giorno successivo.

I Carabinieri rinvenivano diversi televisori a schermo piatto e a tubo catodico, una motozzappa, matasse di cavi elettrici, apparecchiature informatiche “di vecchia concezione” (tipo modem a 56k), trasformatori elettrici, componenti meccanici non identificabili, pentolame vario, apparecchi radio, compressori, forni a micro-onde, motori di condizionatori d’aria, fusti di olio minerale. Tutto veniva sottoposto a sequestro per violazione delle norme sullo smaltimento dei rifiuti speciali e in difformità alle norme sulle spedizioni di apparecchiature elettriche ed elettroniche, in mancanza di qualsiasi certificazione sulla funzionalità dei prodotti e degli oggetti e sulla loro sicurezza.

Per i due indagati per traffico di rifiuti, invece, non ci sarebbe alcuna violazione, che si tratta di materiali e prodotti molto ricercati sul mercato africano, quindi non sarebbero rifiuti, bensì una miniera d’oro per chi commercia in centro Africa. Sul sequestro devono decidere i giudici e dopo, eventualmente, il container potrà partire per l’Africa o il suo contenuto finirà allo smaltimento.

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