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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Figlio contro padre: risarcimento da 250mila euro dopo una vita di stenti

Una lunga storia fatta di stenti, fughe e violenze. Dopo essere sbattuto in una Comunità, ancora minorenne, dalla quale e poi fuggito.Il padre pur di non mantenerlo si è spogliato di ogni bene. Il figlio ora vive nel reparto di Salute mentale della Asl di Firenze

Ha chiesto un risarcimento di 250mila euro al padre perchè non ha ricevuto le cure necessarie e giuste per guarire i suoi problemi psicologici che si sono aggravati negli anni. Di contro avrebbe ricevuto ricoveri sballati, sevizie, maltrattamenti e neanche il sostegno economico che gli era. dovuto 

Una vita di stenti, alla ricerca di una stabilità mai avuta. E ora la richiesta ufficiale di un risarcimento con tanto di ricorso in Tribunale. Protagonista un perugino che vuole giustizia, a suo dire, dal padre, un ex Carabiniere “Il richiedente - come si legge nell'atto ufficiale – ha fin dalla più tenera età, presentato alcune problematiche a livello mentale, psicologico, che, se adeguatamente curate e seguite, avrebbero potuto essere, se non del tutto, almeno notevolmente ridotte. Problematiche che si sono sviluppate a seguito di una vita familiare e sociale estremamente disagiata”.  

Lui quelle cure non le ha mai ricevute. Viene anzi sbattuto sin da piccolissimo, insieme alle sorelle, in una Comunità ad Arezzo. Qui accade il dramma. L’ennesimo. Il bambino viene “maltrattato e riceve sevizie di qualsivoglia genere”. Va dalla nonna, a Roma, per qualche tempo, ma alla fine, ancora minorenne, decide di fuggire. Cerca lavoro in Francia, Germania e Spagna, ma una volta tornato in Italia viene fermato ad Ancona e accompagnato nuovamente a casa. Il padre, come racconta il giovane, non perde l’occasione e lo picchia violentemente per l’ennesima volta. Finisce nel reparto di Salute mentale della Asl di Firenze, dove è ancora ricoverato, per un “Disturbo  delirante cronico”. 

L’uomo rifiuta di mantenere il figlio, al punto tale che preferisce spogliarsi di ogni bene. Sull’atto si legge, infatti, “si faceva presente come il padre dell’attore, pur di non corrispondere al figlio/creditore quanto di sua spettanza, alienava un immobile, di cui era proprietario della metà indivisa della piena proprietà, al fratello e alla cognata, con atto notarile del 24.01.2011”. 

Il padre del ragazzo  adesso sarà costretto a difendersi dalle accuse che sono ovviamente tutte da accertare. L’uomo, difeso dall’avvocato Giuseppe De Lio dello studio legale Brusco, si è sempre proclamato innocente. Lo stesso legale, interpellato dalla redazione di PerugiaToday che ha scovato il caso, ha dichiarato: “La richiesta risarcitoria è completamente disancorata dalla realtà . Preferiamo al momento non entrare nel merito ma presenteremo al Tribunale un quadro fattuale del tutto differente”.

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