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Martedì, 16 Aprile 2024
Cronaca

INVIATO CITTADINO Perugia ricorda il prete futurista don Nello Palloni, tra pubblico e privato

Oggi si celebra una liturgia nel nome e della memoria del prete “futurista”, monsignor Nello Palloni

Oggi si celebra una liturgia nel nome e della memoria del prete “futurista”, monsignor Nello Palloni. “La sua è una splendida catechesi per immagini – scrive, sull’arte di don Palloni, l’arcivescovo emerito Giuseppe Chiaretti –  una sorta di “biblia pauperum”, elaborata con le forme e gli stilemi di un linguaggio caro ad artisti perugini del primo Novecento, che furono i suoi maestri: Dottori e Bruschetti”.

Don Nello – sotto il segno del binomio arte-fede – recuperò, dell’arte sacra del futurismo, la dolcezza e l’intenso lirismo aerodinamico del paesaggio umbro di Dottori, suo maestro ideale. Mi raccontò più volte le fasi di quell’incontro, che fu magistero di vita, d’arte e di amicizia.

Don Nello fece propria la prospettiva grandangolare dell’aeropittura, acquisì gli squarci di luce e la tecnica di Bruschetti, in un mix originale di realismo cristiano e di visionarietà, capace di calare nella vita di tutti i giorni la dimensione religiosa.

Ho avuto modo di conoscere e apprezzare il “prete futurista” perugino. Mi aveva introdotto alla sua frequentazione l’amico Rolando Chiaraluce, borgarolo della Pesa. Rolando – indiscusso maestro della tarsia – si valeva della collaborazione di don Nello che gli disegnava le “faccine” dei personaggi che era impossibile realizzare con pezzi di legno tanto minuti. Erano in pochi a saperlo… e don Nello, d’intesa con Rolando, me ne mise a conoscenza.

La città lo apprezzò con stima unanime, la Vannucci ne riconobbe il talento e volle nominarlo Accademico di merito nel 1980. Tra i primi ammiratori del pittore d’avanguardia Palloni, si annovera il cardinale Ennio Antonelli, esperto d’arte, che ne collezionò instancabilmente le opere. Il vescovo Giuseppe Chiaretti ne apprezzò l’arte e il ruolo rigoroso di sacerdote. Monsignor Elio Bromuri, direttore del settimanale diocesano “La Voce”, lo conobbe, gli fu amico e me ne raccontò episodi di vita religiosa.

Nico Pellicoro, regista e attore, fu il suo uomo di fiducia, relativamente al teatrino sottostante la chiesa di San Barnaba: a lui don Nello affidò la scuola di teatro, insieme alla gestione della struttura e l’utilizzo, a fini educativi, per i giovani della parrocchia e per la popolazione perugina. Oggi il centro culturale Don Nello Palloni ha di fatto abbandonato il Teatro dell’Equilibrio, eccellenza tutta nostra. È stata seguita la volontà di don Alessandro Scarda, suo successore nella titolarità della parrocchia. Ed è stata una perdita per tutta la città.

Parroco di San Barnaba dal 1970, don Nello realizzò tele, vetrate, mosaici, acciai, ritratti (con tutte le tecniche pittoriche, fino alle grafiche) sempre col suo inconfondibile stile. Amava ritrarre religiosi, ma anche donne e bambini. Anche se questa parte della sua produzione è restata un po’ in ombra. Ma vi assicuro che ci teneva tantissimo.

Una spigolatura personale. Quando stavano montando il grande mosaico nella cappella dell’ospedale nuovo, don Nello, pieno d’entusiasmo, mi chiamò per esprimere un giudizio sul lavoro, grandiosamente palloniano e dottoriano. Fu una festa di stima e di amicizia. Quel mosaico, realizzato a Firenze e da lui concepito, sta ancora lì a ricordarne la grandezza.

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