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Cronaca Mugnano

Prima la pistola alla tempia poi "Bastardo di un italiano apri la cassaforte": presi

E'stato possibile risalire ai colpevoli grazie alla bravura degli uomini della sezione anti-rapine della Questura di Perugia

Ci sono voluti mesi, ore di indagini e lunghi notti di appostamenti senza mai poter muovere un passo. Fabio Tristaino, Claudio Mocci e Gigi Martorelli: sono questi i nomi degli uomini della sezione anti rapine che sono riusciti a risalire a due violenti malviventi che si sono resi responsabili di una rapina compiuta il 7 ottobre del 2014. Il tutto anche grazie al provvidenziale aiuto della Squadra Mobile di Caserta, sezione distaccata di Casal del Principe.

I fatti – Sono le tre di notte. I proprietari di casa sono tornati solo da un'ora e mezza, dopo una lunga nottata passata al Santa Maria della Misericordia di Perugia. In casa non si sente volare una mosca. Nella stanza accanto dorme il bambino di soli 10 anni. Ma è nell'appartamento vicino al loro che due uomini sono al lavoro. In silenzio i rapinatori si introducono nell'abitazione adiacente forzando una finestra. Rubano un solo orologio e passano all'abitazione successiva. La stessa dove si trovano marito, moglie e il bambino di dieci anni.

La rapina - Riescono ad accedere senza problemi e in poco tempo mettono in scena il loro piano. Puntano una torcia in faccia alla coppia. Un sussulto e arriva la pistola. Le uniche parole del proprietario saranno: “Ti prego non toccare mio figlio”. A queste arriveranno come risposta: “Bastardo di un italiano apri la cassaforte”. Il tutto si svolge in una manciata di minuti che sembrano eterni, mentre fuori il silenzio del quartiere fa da sottofondo. Ai due vengono consegnati soldi, gioielli e le chiavi delle auto: una Bmw e un'Audi. I malviventi scappano accompagnati da un terzo (il basista) che nel momento della rapina si trova a bordo di una Fiat Stilo pronto a scortare i due “compagni” da Perugia verso Caserta.

Rapina Mugnano: arrestati i due colpevoli

Ogni dettaglio è stato ben studiato prima di agire. L'uomo che si è occupato di tracciare la mappa degli eventi è l'ex vicino di casa della coppia: latitante ed evaso dai domiciliari nel giugno del 2014. Ci vogliono quattro mesi per preparare il colpo. I tre agiranno, infatti, nell'ottobre dello stesso anno terrorizzando la famiglia e riuscendo a fuggire con un bottino che ammonta a 4mila euro (senza considerare il valore delle auto).

L'indagine – Da qui parte la lunga indagine degli uomini della Questura. Tutto comincia con un inseguimento effettuato immediatamente dopo la rapina. Gli agenti della Squadra Mobile notano due uomini parlare in una piazzola di sosta lungo l'autostrada. Uno è a bordo dell'Audi, l'altro della Fiat Stilo. Riescono a fermare solo quest'ultimo che nega però ogni rapporto con l'altro rapinatore. Il telefono viene comunque messo sotto controllo. Ed è proprio grazie alle intercettazioni, agli appostamenti ed a una serie di tasselli che sembrano trovare il loro posto che il quadro viene ben presto chiarito. Alla fine non resta che identificare i rapinatori. Le vittime a distanza di mesi riconoscono i volti. Scatta, così, il fermo per Hoxha Denis e Murra Ervis, il primo di 23 anni e il secondo di 26. Il terzo, l'uomo a bordo della Fiat Stilo, è fuggito non lasciando tracce.

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