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Cronaca

Quartieri a luci rosse, Centri per le pari opportunità: "Sono semplicemente dei ghetti"

Prende posizione la Presidente del Centro per le pari opportunità della Regione Umbria, Daniela Albanesi, che comunque auspica un dibattito a 360 gradi sul fenomeno della prostituzione. Ecco i motivi del no

Una proposta che non convince, un po' sessista, un po' vecchio pensiero e soprattutto che sembra voler istituire nuovi ghetti dove confinare il problema e le persone coinvolte. Non piace la proposta dei quartieri a luci rosse - che è partita a livello nazionale per calarsi poi sul locale - alla Presidente del Centro per le pari opportunità della Regione Umbria, Daniela Albanesi, che comunque auspica un dibattito a 360 gradi sul fenomeno della prostituzione. 

I motivi della bocciatura.
“Tra le molte cose che non convincono della proposta – per Albanesi - salta agli occhi come la maggiore preoccupazione non sembra essere l’incolumità e la salute delle prostitute, ma una mera questione di degrado urbano, per la quale individuare come soluzione ‘zone ghetto’. Ghetti che, la storia insegna, difficilmente sono risultati una buona idea perché disumanizzano, aumentano il rischio di alienazione, disagio e dunque crimine”.

Altro punto che la presidente del Centro ritiene “inaccettabile” è porre “la questione della prostituzione in relazione a una sessualità maschile che non viene messa in discussione, ossia come un fenomeno che andrebbe solo incontro a un bisogno fisiologico ineliminabile, pericolosamente somigliante a ‘un diritto’. Oltre a ciò siamo convinte che un Paese civile ed evoluto non debba istituzionalizzare la prostituzione che, ricordiamolo, rappresenta in moltissime delle sue declinazioni una forma di sfruttamento e che deriva da uno storico squilibrio di poteri. Un Paese civile deve saper trovare strumenti che diano la possibilità di superarne il bisogno". 

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