rotate-mobile
Cronaca

Vittime di violenza, ecco come uscire dal tunnel: un protocollo d'intesa per ridare vita e dignità alle donne

Un aiuto per l'inserimento sociale e lavorativo delle donne vittime di violenza: l'obbiettivo è quello di favorire le donne attraverso un percorso che privilegi innanzitutto il lavoro

“In questi anni di lavoro – ha aggiunto la presidente – abbiamo colmato molti vuoti anche finanziari sopperendo, in alcuni casi, alla mancanza di finanziamenti nazionali. Le risorse disponibili ammontano complessivamente a 300 mila euro e andranno a finanziare questa iniziativa che si inserisce nell’ambito della programmazione ‘Por Fse’ che prevede di agire non solo sulle politiche attive del lavoro, ma anche a favore delle fasce deboli.  E una donna vittima di violenza, in molti casi, è debole anche economicamente”.  

“La rete sul territorio a supporto delle donne vittime di violenza è ora concreta – ha riferito Paola Moriconi dell’Associazione Liberamente Donna – Il progetto ‘Non solo rifugio’ ha guardato oltre, l’inserimento lavorativo delle donne infatti, è indispensabile per superare il problema”.

Il protocollo rientra tra le azioni previste dal Programma regionale  per le politiche del lavoro e dal Programma regionale di prevenzione e contrasto della violenza di genere per l’anno 2016, in attuazione della legge regionale 2016 “norme per le politiche di genere e per una nuova civiltà delle relazioni tra donne e uomini. Il protocollo assorbe inoltre l’impegno assunto dalla Regione Umbria nell’ambito del progetto “Non solo rifugio” presentato da Associazione Liberamente donna, Comuni di Perugia, Terni e Narni e associazione Rete anti violenza.

Anche i Centri antiviolenza si impegnano a garantire: percorsi individuali di inserimento al lavoro in stretto rapporto con i Centri per l’impiego; ascolto telefonico 24 ore su 24 tutti i giorni dell’anno e ospitalità nelle situazioni a maggiore  rischio per donne sole o con figli; consulenza legale, sociale, psicologica, mediazione culturale e scolastica; rapporti stabili con i servizi territoriali (scuole, ospedali, consultori, ecc.) e con le istituzioni (Comune, Provincia, Regione, Tribunale per i Minorenni, Tribunale Civile e Penale); Gruppi di Auto- Mutuo Aiuto; Sostegno alla genitorialità e spazi per incontri protetti tra minorenni e figure genitoriali e familiari; Codice Rosa.

L’Anci si impegna a sensibilizzare i Comuni per assicurare, mediante convenzioni con associazioni di donne, la gestione dei centri antiviolenza ed eventualmente dei punti d’ascolto; mettere a disposizione del Sistema regionale di contrasto della violenza di genere, la rete comunale dei servizi socio-sanitari e sociali a partire da quelli di accompagnamento al lavoro.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Vittime di violenza, ecco come uscire dal tunnel: un protocollo d'intesa per ridare vita e dignità alle donne

PerugiaToday è in caricamento