Sanità, stipendi al palo e protesta in piazza: "E' tutta colpa di Cgil, Cisl e Uil"
Si chiamano FSI (Federazione sindacati indipendenti) e vengono ricompresi nel più ampio USAE (Unione sindacati autonomi europei). Stanno in piazza Italia, con le loro bandiere, a protestare vibratamente
Sono il terzo sindacato umbro del comparto Sanità, ma sono presenti nella scuola e in altri settori pubblici. Si chiamano FSI (Federazione sindacati indipendenti) e vengono ricompresi nel più ampio USAE (Unione sindacati autonomi europei). Stanno in piazza Italia, con le loro bandiere, a protestare vibratamente. Contro cosa o “per” cosa? Risponde il coordinatore nazionale Alberto Palazzetti: “Lottiamo per il rinnovo del contratto nazionale del Pubblico impiego, fermo dal 2009”. Con lui alcuni attivisti e il segretario territoriale Enrico Sforna.
La lamentela verte sulla perdita secca del potere d’acquisto e sulla crescente proletarizzazione di quella che un tempo era considerata una categoria di privilegiati. “Ha un posto statale!”, si esclamava una volta, con un misto di ammirazione e di invidia.
Ma ora i tempi sono cambiati. Tristemente. Afferma una signora del gruppo: “La nostra richiesta è salda a 250 euro nel triennio. Somma che, tolte le detrazioni, finirà col dimezzarsi. E consideri che siamo fermi da otto anni e l’incremento del costo della vita è sotto gli occhi di tutti”.
“Tutta colpa della triplice”, le dà man forte un collega. E dice la sua: “A quattro giorni dal referendum, chissà con quali promesse, le grandi sigle si sono impegnate col governo per un incremento di 80 euro: cifra veramente risibile. La somma andrebbe a regime nel triennio e, depurata delle trattenute, sarà più che dimezzata: un’elemosina. Una vergogna per chi – per motivi riconducibili a interessi politici di parte – ha fatto un accordo capestro dal quale intendiamo dissociarci”.