rotate-mobile
Cronaca Umbertide

Caso Caicocci: rivalutano l'intera zona, ma la Regione rivuole le terre: denunciati

Si chiama tenuta Caicocci, qui vivono una decina di persone che ogni giorno si alzano presto e lavorano, ma da un po' di tempo la Regione ha deciso di sbatterli fuori dalla tenuta per metterla in vendita: In quattro denunciati

Giovani, bambini, anziani. Non ci sono età. Non ci sono differenze. Tutti combattono per un unico obiettivo: evitare che la tenuta Caicocci chiuda. La disputa è con la Regione Umbria che in un non lontano 2008 diede la proprietà a un ente privato. Inizialmente su quella che adesso è una sorta di azienda agricola, nacque una casa vacanza. Poi lo stato di abbandono e un’esecuzione di sfratto permisero al “Comitato Caicocci Terra Sociale” di “occupare” quella zona vicino a Umbertide e riqualificarla.

Oggi, la tenuta conta ben 13 casali e 190 ettari di terreno, sui quali vivono, ma soprattutto lavorano, una decine di persone, disposte ad accoglierne altre, affinché la loro iniziativa possa diventare un posto di accoglienza per tutti coloro che non hanno più un lavoro e cercano un posto per iniziare una nuova vita a contatto con la terra.

Una questione controversa, appunto, che ha per protagonisti la rossa Umbria ed i residenti di Caicocci. La prima ha messo in vendita l’appezzamento di tempo, mentre i secondi stanno lavorando per rendere vivibile il luogo e dare lavoro anche ad altre persone. Un pensiero nobile, verrebbe da pensare, se non fosse che quattro dei loro abitanti sono stati denunciati.

Era una giornata qualunque a Caicocci, una di quelle in cui ci si sveglia la mattina presto e si lavoro. Tre giovani erano nel pollaio, quando improvvisamente sono arrivate le forze dell’ordine. La denuncia per  danneggiamento e invasione di edificio (una legge ormai in disuso, risalente al codice Rocco del 1930) è  scattata immediata. A finire nei guai anche una quarta persona, citata a giudizio per aver mandato una semplice e.mail nella quale invitava l’assessore Paparelli a visitare la tenuta. Adesso Palazzo Donini chiede, non solo un risarcimento danni, ma anche la restituzione della proprietà.

Da qui una lunga diatriba, sfociata, oggi, 25 novembre, in una manifestazione davanti al tribunale civile di Perugia, in piazza Matteotti. La risposta da parte del “Comitato Caicocci Terra Sociale"  è semplice: “Non parleremo con la Regione Umbria fino a quando la proprietà rimarrà in vendita”. “E’ un bene demaniale, quindi un bene comune, che con il decreto 2010, il cosiddetto federalismo demaniale, è passato di competenza alle regioni che ora ha anche la facoltà, palesemente incostituzionale, di venderlo ai privati”.

Ma non finisce qui, perché secondo gli abitanti di Caicocci: “Bisogna opporsi a una vendita che sottrarrebbe per sempre un bene comune alla collettività e per fermarne il degrado, un gruppo di persone ne ha intrapreso la custodia sociale:  si sta facendo manutenzione nei casolari, un orto collettivo, organizzazione di eventi per sensibilizzare le persone alla questione. Vogliamo portare una vita in queste campagne, avviare progetti agricoli, sociali e artistici ed aprirci a nuove idee e collaborazioni, in uno spirito di solidarietà e di auto-organizzazione”. 

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Caso Caicocci: rivalutano l'intera zona, ma la Regione rivuole le terre: denunciati

PerugiaToday è in caricamento