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Le schiave del sesso arrivano con i barconi dalla Libia: finti contratti all'Afro-Pub per i permessi, poi tutte a lavorare in strada

Sgominato clan di otto nigeriani, di cui sette finiti in carcere e uno ai domiciliari. Tutti facevano parte di una setta pseudo religiosa che ricattava le ragazze dietro pratiche "occulte"

Una traversata in mare dentro i barconi in attesa di un futuro lavorativo. Un viaggio della speranza dalla Nigeria alla Libia fino alle coste italiane per poter lavorare, costruirsi una nuova vita. Ma quel viaggio, una volta arrivati a destinazione, non si trasformava che in un'altra prigionia fatta di violenze, ricatti, intimidazioni dietro i riti woodoo e una sorte infausta: la strada come mezzo per poter riscattare il costo di quei chilometri percorsi.

Sgominato clan di trafficanti di donne: le sfruttava per farle diventare schiave del sesso: otto arresti

Una lunga indagine, quella della Polizia di Stato di Perugia, partita nel 2015 e che dopo tre anni ha permesso di smantellare un clan di nigeriani dediti allo sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione e dell'immigrazione clandestina. Una complessa operazione perchè i nigeriani, tutti facenti parte di una comunità pseudo religiosa  (una sorta di setta) grazie a un sistema piramidale e di spartizione dei ruoli, riuscivano a reclutare le proprie vittime dalla Nigeria, ne curavano tutta la logistica fino a farle arrivare da noi con lo stesso scopo: guadagnare dalla loro soggezione, costringerle a prostituirsi e infine farle pagare ancora per essere definitivamente svincolate dal rito occulto a cui erano state assoggettate. 

Tutti i dettagli dell'operazione sono stati illustrati nel corso di una conferenza stampa in Questura alla presenza del Questore di Perugia, Giuseppe Bisogno, del capo della squadra Mobile, il vice Questore Virgilio Russo, del vice Adriano Felici e da Eugenio Masini del Servizio Centrale Operativo Polizia di Stato. La squadra Mobile ha così eseguito 8 misure cauletari firmate dal gip Lidia Brutti a carico degli indagati: sei donne (una è  stata rintracciata a Cesenatico) e due uomini.  Sette di loro  sono finiti in carcere, uno ai domiciliari.

;Ma come reclutavano le giovani nigeriane? Una organizzazione ben articolata, quella messa in piedi dagli indagati: al centro il capo della comunità pseudo religiosa, considerata una delle figure apicali nello sfruttamento delle giovani. Le donne del clan invece si occupavano di "vessarle" affinchè non sfuggissero al controllo, nè si ribellassero, picchiandole o punendole. Tra di loro anche il gestore di un afro market in zona Fontivegge - Cortonese che insieme alla moglie si occupava di finti contratti di lavoro per far ottenere il permesso di soggiorno alle connazionali sfruttate. Le donne, una decina quelle finite nella rete del clan, venivano obbligate a prostituirsi non solo a Perugia, ma anche Gubbio, Spoleto e provincia. 

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