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Cronaca Todi

Finto pacco bomba sull'uscio di casa dell'avversario politico, lo scherzo goliardico finisce in tribunale

Denuncia e processo amministrativo per la revoca della licenza di possedere armi e munizioni per un tuderte

Un gesto goliardico che vale una denuncia e un processo (oltre all’intervento degli artificieri), la revoca della licenza di caccia e l’obbligo di cedere tutte le munizioni detenute in casa a terze persone, purché non parenti.

La vicenda riguarda un tuderte, difeso dagli avvocati Guido Colaiacovo e Luca Maori, accusato di molestie e disturbo “perché, in concorso con altri soggetti allo stato non identificati, per biasimevole motivo, recava molestia e disturbo a ... lasciando durante la notte … davanti la porta del loro ... sito in Todi (…) un pacco chiuso con apposito cartello indicante la frase ... con l’immagine della scatola di un farmaco (…) che veniva fatto brillare dagli artificieri intervenuti sul posto, in quanto ritenuto pacco bomba”.

Nel corso delle indagini e della perquisizione, l’uomo “ammetteva di essere l’autore del confezionamento e del collocamento del pacco” e sottolineava “la natura meramente goliardica del gesto, non atto ad offendere”. Il tutto sarebbe nato “dall’opposta militanza politica dei soggetti coinvolti e dalla coincidenza temporale con la ricorrenza della Festa della Repubblica, data in cui erano previste manifestazioni politiche”.

Dal procedimento penale era derivato anche un procedimento amministrativo contro il provvedimento “con il quale è stato fatto divieto allo stesso di detenere armi e munizioni, ingiungendogli di cedere quelle in suo possesso a persona non convivente”.

Per i giudici amministrativi non basta, però, un procedimento penale pendente per revocare licenza e munizioni, ma bisogna considerare eventuali precedenti, la tenuta delle armi e delle cartucce, i rischi “sotto il profilo dell'ordine pubblico e della tranquilla convivenza della collettività” e l’affidabilità del soggetto detentore delle armi. Secondo i giudici amministrativi l’episodio dai risvolti penali non può “concorrere alla valutazione negativa circa l’affidabilità del ricorrente, così come la stessa sottovalutazione delle possibili conseguenze del gesto da parte del suo autore” e, quindi, hanno annullato il provvedimento del Prefetto, rinviando ad una nuova valutazione.

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