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Sesso, auto di lusso date in pegno e un fiume di soldi: l'Umbria nera dei night club

Dieci persone accusate, a vario titolo, di estorsione e sfruttamento della prostituzione: ecco tutta la vicenda

Reclutate, spedite in Italia e infine utilizzate come schiave del sesso. Rinchiuse tra quattro mura di un nightclub di Bastia Umbra venivano umiliate e costrette, senza possibilità di ribellioni, a palpeggiamenti, ma non solo. Secondo, infatti, le indagini svolte, le giovani erano spesso obbligate a chiudersi nei camerini insieme ai clienti del locale a luci rosse. Ed è qui che per il costo di cinquanta euro, le giovani praticavano sesso orale.

Dieci minuti, questo il periodo “concesso” per ogni atto di sottomissione eseguito dalle giovani donne. Una vicenda complicata, approdata oggi davanti alla Corte del tribunale di Perugia, presieduta da Gaetano Mautone. Una storia che si va a sommare agli atti di estorsioni, compiuti secondo gli inquirenti, ai danni di vittime ignare che chiedevano ingenti somme in denaro dovendole restituire in tempi celeri e con un tasso del 35,90%.

C'è chi, indebitato fino al collo, avrebbe consegnato la sua Porsche in garanzia, senza pensare alle conseguenze del gesto. Insomma, prestiti esorbitanti che sfioravano i 60mila euro e venivano poi restituiti a distanza di soli 15 giorni. A finire in mezzo alla vicenda in tutto dieci italiani accusati, a vario titolo di estorsione e sfruttamento della prostituzione. Gli imputati sono difesi dagli avvocati Marco Brusco, Giuseppe De Lio, Vincenzo Maccarone e Pesce. L'udienza di oggi, 14 giugno, si è conclusa con un mesto rinvio.

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