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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca

Molestie sessuali in comunità, Don Lucio Gatti patteggia due anni di pena: sospesa

Ha patteggiato,oggi, 9 gennaio, due anni di reclusione (pena sospesa) don Lucio Gatti, il parroco accusato di molestie sessuali ai danni di alcuni suoi giovani ospiti da poco usciti dal carcere o in difficoltà

Don Lucio Gatti alla fine ha patteggiato come preannunciato. L’uomo che era a capo di ben quattro comunità, di cui una in Kosovo, e tutte ancora attive, nonché numero della Caritas umbra, era stato accusato di molestie sessuali a danno degli ospiti delle strutture. Un’accusa pesante che sì è chiusa  con il patteggiamento, oggi, 9 gennaio, a due anni di reclusione, pena sospesa.

La richiesta era stata presentata negli scorsi mesi dal legale di Don Lucio, l’avvocato Nicola Di Mario. Richiesta alla quale aveva acconsentito anche il sostituto procuratore titolare delle indagini, Massimo Casucci. Nessuno forse si aspettava quel patteggiamento, perché in Italia a volte si traduce con la parole colpevole, anche se colpevoli nella realtà dei fatti si potrebbe anche non esserlo.

La vicenda era stata comunque sbattuta su tutte le principali testate italiane. A far esplodere il caso la Iena Giulio Golia che si era interessato all’intera vicenda, raccogliendo le testimonianze di quelli che si dicevano essere vittime del “mostro”. Una serie di racconti che facevano di Don Lucio Gatti un “ricattatore”. Dalle versione date dei testimoni, molti di loro fuggiti all’estero, si scopriva infatti che il religioso chiedeva sesso in cambio dei documenti o altri “piccoli favori”.

Le denunce risalirebbe a un non lontano 2011, quando un detenuto perugino che era stato spostato dal carcere di Capanne alla Comunità, raccontò di essere stato, durante il viaggio in auto, toccato dal parroco ai genitali per  un chiaro invito sessuale. Si parla poi di atti sessuali veri e propri e di baci “rubati”. Nonostante la difesa ha sempre respinto tutte le presunte ricostruzioni che, in parte o del tutto,  così affermano, sarebbero state motivate da una sorta di risentimento o conflittualità proprio con il capo della comunità religiosa, Don Lucio è stato sospeso per 5 anni dal sacerdozio.

Una decisione presa dalla stessa Curia che, una volta scoppiato lo scandalo, decise di aprire una commissione di inchiesta pur avendo già ricevuto delle “lamentele”, se così si possono definire, anche in passato.

Ma c’è chi in quelle comunità ci vive ancora. Decine di minorenni vengono, infatti, accolti ogni anno amorevolmente dai responsabili e proprio in quelle comunità vivono casi disperati di persone o bambini affetti da malattie incurabili. Il caso di Edison ad esempio, costretto a letto. Occhi grandi e cuore infinito da parte di chi lo cura. Lui che era stato dato per spacciato dai medici, adesso, è curato dai responsabili e dagli ospiti di una delle case da accoglienza.

Poi c’è quella comunità in Kosovo. Diretta da marito e moglie che si sono innamorati proprio durante i bombardamenti dell’97 e non si sono più lasciato, donando la loro vita agli altri. Qui vengono accolti bambini, adolescenti e ragazzi con problemi di tossicodipendenza. Tutti si siedono a tavola insieme. Tutti si aiutano reciprocamente e anche fare i compiti diventa un gioco di squadra. A pagare le accuse di Don Lucio Gatti sono stati anche loro. Sono state anche le stesse comunità, dove persone laiche e non appartenenti a nessun ordine religioso, ogni giorno vivono con l’intento di dare una mano al prossimo. Persone che hanno dovuto fare i conti con questa orribile vicenda.

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