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Gay Pride, è scontro."Vergogna: no alla Madonna sul manifesto". "Viva la laicità: è una Drag Queen"

Il Gay Pride Village di Perugia non passa mai inosservato sia per la qualità dei contenuti sia per le schermaglie che provoca sui social e in città. Ma mai come quest'anno il livello dello scontro-confronto è così alto

Il Gay Pride Village di Perugia non passa mai inosservato sia per la qualità dei contenuti sia per le schermaglie che provoca sui social e in città. Ma mai come quest'anno il livello dello scontro-confronto è così alto. Si è partiti con la nota di fuoco del consigliere comunale e regionale De Vincenzi contrario al patrocinio del comune a questo evento che si svolgerà il 22-23-24 giugno al Frontone. La risposta dell'Omphalos non si è fatta attendere _ "lui è ancora convinto di vivere a Perugia 1416" - come il contrattacco alla giornalista cattolica Costanza Miriano che avrebbe ribadito il proprio no convinto ad estendere i diritti alla comunità Lgbt.  Lo scontro non è politico ma in campo sono scesi laici-liberal contro credenti (non solo tradizionalisti). Non a caso lo slogan del Pride Village è "si scrive laico, si legge libero".  In più c'è un precedente recente: il duro confronto tra associazlioni religione e Omphalos, con tanto di manifestazioni in piazza e consiglio regionale diviso in curve, per la legge regionale anti-omofobia che dopo 10 anni è stata approvata. 

C'è tutto questo ad alimentare il fuoco dello scontro tra le parti. Ma l'innesco - strumentalizzato oppure no, non spetta a chi si limita alla cronaca del fatto - è stato stavolta un manifesto del Pride Village dove si intravede la figura di donna dalla testa velata, che sorregge con un cuore rosso che con dei raggi gialli direzionati in tutte le direzioni. E qui si è scatenato il finimondo sul web - ovvero la solita tempesta in un bicchier d'acqua... -. La figura della donna sul manifesto sembra riprendere in (quasi) tutto l'iconografia della Madonna con tanto di cuore sacro tenuto in mano in segno di esposizione al mondo. Il consigliere regionale di Fratelli d'Italia posta il manifesto e si indigna: "Non si può invocare il rispetto dei propri diritti, battagliare contro le discriminazioni e gli insulti e poi diffondere immagini come queste sulla Madonna che offendono chi crede. Pessimo gusto..anzi disgustoso. Come al solito predicare bene e razzolare male..anzi malissimo!!".  Il posto del consigliere diventa virale e seguono oltre 300 tra commenti e botta e risposta, tra favorevoli e contrari. In molti chiedono di ritirare sia il manifesto e il patrocinio del Comune. 

Sull'altro versante, ovvero gli organizzatori del Pride Village, il presidente di Omphalos Stefano Bucaioni risponde con un primo post che spiega la linea. Non si tratta di una Madonna ma di una semplice Drag Queen che, per loro natura artistica, fanno del travestimento una forma di intrattenimento. Insomma un po' di provocazione sì - per ribadire l'importanza della laicità dello Stato -ma senza  vilipendio alla religione o discriziominazione in chi crede (a suo giudizio).  "Mi preoccupa che il consigliere regionale di Fratelli d'Italia Marco Squarta non sappia riconoscere una Drag Queen da una Madonna, ma visto che è così confuso sulla laicità delle istituzioni lo invitiamo caldamente a partecipare al Perugia Pride Village 2017 - si scrive laico, si legge libero, ci sarà modo di discutere ampiamente #perugiapride #laicitàquestasconosciuta". 

LA CONTRO-RISPOSTA - L'Omphalos ha inviato una nota dove si ribadisce lo spirito del Pride:  "Viviamo in un paese che si dice laico, ma in cui l'opinione di un'istituzione religiosa è capofila di ogni telegiornale. Un paese in cui la discussione sui diritti umani deve passare attraverso un contraddittorio di persone che seminano odio in virtù di un credo. Un paese nelle cui scuole i simboli di culto sono difesi in nome della tradizione e di una storpiata libertà d’espressione, e rimangono lì, appesi, saldamente ancorati a quegli stessi muri che poi negano un’educazione rispettosa di tutte le differenze".

"In questa quinta edizione del Perugia Pride Village, ci troviamo ancora una volta a fare i conti con istituzioni che legittimano l’opinione di una religione più del rispetto delle identità e di diritti uguali per tutte le persone. È il momento che il movimento LGBTI e la società tutta diventino bandiere di un pensiero libero e laico, in cui atei e credenti di ogni religione trovino la capacità di separare la devozione individuale dalla discriminazione".

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