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Cronaca

Pride Village senza più patrocinio: "Avete abbandonato un bambino, Giunta Romizi ostile a Omphalos"

L'Omphalos risponde a tutto fuoco alle parole e alle motivazioni di Palazzo dei Priori: "Non accettiamo lezioni da chi ha abbandonato un bambino di sei mesi"

“Un atto dovuto alla città”. Sintesi per sintesi: il Comune di Perugia ritira il patrocinio al Pride Village. E l'Omphalos risponde a tutto fuoco alle parole e alle motivazioni di Palazzo dei Priori: “Non accettiamo lezioni da chi ha abbandonato un bambino di sei mesi”. La polemica, nata sulla locandina con la domanda Madonna o Drag Queen, ora è colossale. E lo scontro è frontale: “Abbiamo appena appreso dalla stampa della revoca del patrocinio del Comune di Perugia alla quinta edizione del Perugia Pride Village, in programma da domani a domenica nel quartiere di Borgo Bello e ai Giardini del Frontone”.

E non è finita, perché ci sono anche delle accuse, firmate Omphalos: “La revoca, apparentemente motivata dal mancato ritiro della locandina che ha suscitato dibattito e confronto nella città, sottende ben altre motivazioni, legate anche allo scandalo che ha visto di recente il Comune di Perugia negare la trascrizione ad un bambino di soli 6 mesi con due mamme”.

E ancora: “Siamo sconcertati dalla decisione del Sindaco Andrea Romizi – commenta Stefano Bucaioni, presidente di Omphalos – non pensavamo che il Comune di Perugia arrivasse a tanto. Sulla locandina abbiamo a più riprese spiegato e motivato la nostra scelta con la necessità di un dibattito e di una riflessione seria sul tema della laicità. Evidentemente questo non è bastato, ma siamo convinti che la locandina sia una mera scusa che copre anche il grande imbarazzo sul recente caso del piccolo Joan a cui il Comune di Perugia ha negato la trascrizione. Evidentemente abbiamo colpito un nervo scoperto dell’amministrazione comunale, che a parole si dice vicina a tutte e tutti, ma che nella realtà nei fatti si è dimostrata ostile alla comunità Lgbti (lesbica, gay, bisessuale, trans* e intersex) tutta”.
La decisione del Comune di Perugia, definita “sconcertante”, arriva, secondo la ricostruzione di Omphalos, “dopo che l’associazione aveva inviato una lunga nota in cui spiegava le motivazioni alla base della pubblicazione della locandina, ma anche dopo le recenti interrogazioni parlamentari che hanno portato il caso del piccolo Joan alla ribalta nazionale”.

Le accuse non sono finite. Perché, vale la pena ripetere, lo scontro è frontale, all'arma bianca, all'ultimo sangue: “Il fatto che il Patrocinio al Perugia Pride Village venga ritirato – continua Bucaioni – è l'esatta dimostrazione di quello che il manifesto vuol fare emergere: un'amministrazione che ha di certo più a cuore l'indignazione per un simbolo legato alle "indecorose" persone Lgbti, che gli innegabili diritti di un bambino e di una comunità continuamente discriminata”.

Sempre per Bucaioni, “una cosa è certa: ora la maschera dell’amministrazione buona e civica è stata finalmente gettata. Ora è chiaro a tutta la città che a Palazzo dei Priori c’è una giunta nei fatti ostile alle battaglie e agli ideali di libertà e non discriminazione portati avanti da Omphalos e da una larga fetta di società civile”. Poi, la bordata politica: “Siamo ancora più convinti che questa amministrazione sia inadeguata a guidare questa città e non accettiamo certo lezioni di laicità da chi ha abbandonato un bambino di 6 mesi in un altro paese senza documenti”.

Conclusione di Omphalos: “Ci vogliono composti e poco rumorosi. Vogliono le nostre manifestazioni e i nostri pride sobri e pacati. Ma noi non ci stiamo e mai ci staremo. Continueremo nel nostro lavoro di denuncia e di sensibilizzazione, anche senza il patrocinio del Comune di Perugia. Il Perugia Pride Village va avanti e ancora più forte che mai”. 

Nel mezzo del campo di battaglia, resta una domanda: chi paga affissioni, suolo pubblico, affitto degli spazi, le tasse e tutte quelle cose burocratiche, adesso che il “bollino” comunale non c'è più? Domande così, nel mezzo. E la risposta di Omphalos arriva subito (grazie, Facebook). Scrive Lorenzo Ermenegildi Zurlo: “Le affissioni, il suolo pubblico,l'affitto degli spazi, la Siae e quant'altro sarebbero in ogni caso state pagate dell'Omphalos. Quindi non cambia nulla da questo punto di vista”. Fine.

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