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Cronaca

Presentato a Palazzo Manzoni “Archeologia della Mesopotamia Antica”

L’esame critico del volume è stato affidato a esperti di chiara fama, tra cui il professore Daniele Morandi Bonacossi che ha sottolineato l’approccio innovativo del testo

Un gruppo di giovani studiosi è l’autore del nuovo manuale di archeologia del Vicino Oriente presentato ieri a Palazzo Manzoni: curatori, infatti sono i ricercatori Andrea Polcaro – Ateneo di Perugia - e Davide Nadali - Sapienza Università di Roma -, entrambi docenti di Archeologia e Storia del Vicino Oriente Antico. Insieme a loro, a scrivere questo volume che rappresenta l’unico manuale esistente e aggiornato, in lingua italiana, per la formazione di primo livello degli studenti di archeologia del Vicino Oriente, sono stati altri 11 ricercatori, appartenenti alle principali scuole italiane di questa disciplina.

“Un segno di vitalità e di speranza” - hanno sottolineato all’unisono Mario Tosti, Direttore del Dipartimento di Lettere – Lingue, letterature e civiltà antiche e moderne, e Gianluca Grassigli, Professore di Archeologia classica, che hanno aperto l’evento – per il nostro Dipartimento e per questa disciplina in particolare, vista la grave crisi che comprensibilmente essa attraversa a causa dell’instabilità politica dei territori di cui si occupa”.

L’esame critico del volume è stato quindi affidato a due esperti di chiara fama: il professore Daniele Morandi Bonacossi - Università di Udine -, che ha sottolineato l’approccio innovativo del testo, capace di aggiornare gli studi archeologici senza dimenticare la tradizione, e Paolo Matthiae, professore emerito della Sapienza Università di Roma, fra i più autorevoli esperti internazionali di archeologia del Vicino oriente e direttore, fin dalla sua costituzione nel 1963, della Missione Archeologica Italiana nella città siriana di Ebla. “La Mesopotamia è il fondamento della civiltà, è il luogo delle prime città della storia – ha spiegato Paolo Matthiae – è il mondo in cui si sono sviluppate le più arcaiche forme di strutture imperiali del pianeta. E’ l’area geografica di celeberrimi miti, dal Diluvio universale alla Torre di Babele: l’impegno di noi archeologi – ha concluso  il Professor Matthiae con enfasi - ora che sconvolgimenti sociopolitici e guerre sconvolgono quelle terre,  deve essere quello di ‘conoscere’ per proteggere e salvaguardare quanto il passato di antichissime civiltà ci ha consegnato”.

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