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Cronaca

La smentita – Presciutti e il furto nel suo bar: “Io e la mia famiglia minacciati. Mai stato arrestato”

L'ex pugile Marco Presciutti sul furto nel suo bar: "Sono stato costretto sotto minacce alla mia famiglia ed altro e che questi albanesi sono stato io a farli arrestare". Il legale: " Marco è estraneo, è stato coartato"

“Non sono in manette, lo vedete?”. Marco Presciutti si difende. Lo fa attaccando e smentendo le notizie diffuse nei giorni scorsi. Smentendo con i fatti, con versione dettagliata che spazza via il campo da ogni dubbio sul furto nel suo bar. Presciutti, ex campione italiano e del mondo, si è addirittura recato nella redazione del Corriere dell'Umbria. Addirittura, virtualmente, ha commentato lui stesso la notizia, smentendo nella maniera più categoria la notizia.

“Quando si danno le notizie false”, spiega Presciutti, “si deve avere il coraggio di dare pure le smentite. Come siete stati informati di questa notizia falsissima , saprete che sono stato costretto sotto minacce alla mia famiglia ed altro e che questi albanesi sono stato io a farli arrestare”. Eccola quindi la versione di Presciutti. “Non c’entro - spiega Presciutti al Corriere dell'Umbria. “Non ho fatto quel furto. Sono stato costretto da quei due, ho una moglie e un bambino di 11 mesi. Sono stato minacciato. Erano clienti abituali, si erano interessati a una transazione che intendevo fare, la vendita proprio di quel bar. Poi mi hanno detto: ‘adesso serve una mano a noi’. E mi hanno parlato del furto. Mi hanno fatto capire che non potevo tirarmi indietro: ‘tua moglie e il bambino stanno soli in casa’ dicevano. Io non ho mai avuto paura di niente, ma per loro mi sono spaventato, quella è gente pericolosa, lo sanno anche i carabinieri. Però quel furto non l’ho fatto, anzi a un certo punto stavo per chiamare il 113, ho fatto il numero, ma poi ho ripensato a quelle parole e mi sono terrorizzato”.

Oscar Uccelli, legale di Marco Presciutti, spiega: “Marco è estraneo, è stato coartato”.

Riportiamo, tratta dal Corriere dell'Umbria, l'accaduto nei suoi particolari.

“I fatti risalgono a venerdì notte. Ai carabinieri della stazione di Deruta, che già stavano indagando su una serie di furti alle slot avvenuti in tutta la media valle, arriva una telefonata di un residente che segnala movimenti sospetti nel bar in questione. Dentro con una fiamma ossidrica aprono e svuotano le macchinette - di proprietà di una ditta di Corciano - per qualche migliaia di euro di bottino. I militari si fiondano sul posto, giusto in tempo per notare un’Audi Sw che si allontana. Fermano l’automobile lungo l’E45, segnalando la targa a una volante. Dentro c’è Marco Presciutti, che prova a spiegare. E lo fa, per ore, in caserma, poi viene fatto andare via. C’è l’obbligo di firma. E’ lui che fa rintracciare i due albanesi a Ponte San Giovanni. Uno ha precedenti importanti. Il pm è Petrazzini, gip Giangamboni.
 

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