Un casolare abbandonato, covo di sbandati, l'incubo dei residenti di Prepo
Una situazione al limite e che preoccupa molto i residenti. Ecco cosa accade in quella casa colonica. Presentato ordine del giorno di Emanuele Scarponi: "Intervenire direttamente... immobile di proprietà di un ente pubblico. Il sindaco intervenga"
C'è un casolare abbandonato che è ormai diventato il nuovo rifugio di clandestini, tossicodipendenti e persino utilizzato come alcova per il mercato del sesso. Il tutto a poche centinaia di metri dal quartiere residenziale di Prepo. Il casolare si trova in strada del Borghetto. La struttura è poco visibile dal sentiero a causa della vegetazione cresciuta in maniera incontrollata e che di fatto rende il luogo ancora più degradato.
Basta entrare è a terra si trova qualsiasi cosa: numerose siringhe, bottiglie vuote di birra, letti di fortuna, abiti rovinati, residui di bivacchi. Accedervi è facilissimo anche perchè il cancello d’ingresso è stato lasciato aperto ed è totalmente incustodito. Una situazione che sta creando molti malumori tra i residenti di Prepo che devono già da tempo fare i conti con una serie infinita di furti.
La storia del casolare abbandonato è stata ripresa dal capogruppo del Nuovo Centro Destra (in maggioranza a Perugia) Emanuele Scarponi che ha immediatamente allertato gli uffici comunali ottenendo la conferma sulla proprietà: "La struttura in questione in base ad una visura catastale, risulta essere di proprietà di un Ente Urbano e più precisamente appartenere all’Università degli Studi di Perugia quale ex casa colonica".
Il capogruppo ha presentato un ordine del giorno dove si chiede l'impegno immediato del sindaco e della Giunta: "E' necessario sollecitare al più presto l'Università per una riqualificazione della struttura e dell’area ad essa circostante, che comporti una repentina soluzione di messa in sicurezza dei residenti". L'obiettivo è quello di chiudere l'ennesimo covo cittadino come si sta facendo per l'ex terribile Villa Narni all'interno del parco pubblico della Cortonese.