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Cronaca

Pozzi privati, si estende l'area contaminata: sindaco emette nuova ordinanza

L’indagine dell’ARPA e il parere igienico sanitario della ASL3 estendono la perimetrazione dell’area contaminata. Il Sindaco di Spoleto, Benedetti, emette nuova ordinanza

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di PerugiaToday

A seguito dei risultati di nuove indagini idrogeologiche effettuate dall’ARPA che aggiornano la perimetrazione dell’acque sotterranee captate da pozzi privati, risultate contaminate da alcuni composti organoalogenati, in particolare tetracloroetilene e tricloroetilene, il Sindaco di Spoleto ha emesso una nuova ordinanza.

Con questo nuovo atto, Ordinanza n° 503 del 26 novembre 2012 l’area, individuata con la precedente Ordinanza n° 268 del 29 giugno 2012, viene estesa alle seguenti zone e vie: cimitero di San Sabino, via Pasquale Laureti, via Enrico Arcioni, via Francesco Romoli Venturi, via Giacomo Reggiani, conoide del torrente Tessino tra San Sabino e San Giacomo.

L’ordinanza odierna, emessa a seguito delle rilevazioni di ARPA e del parere igienico sanitario della ASL3, estende il divieto dell’uso potabile delle acque captate dai pozzi privati nell’area sopra descritta. Inoltre si fa divieto dell’uso irriguo dell’acqua per ortaggi e verdure fornita dai pozzi privati che presentano valori sopra la soglia di 10 micro grammi/Litro.

L’ordinanza vieta anche la perforazione nel sottosuolo a qualunque scopo, fatta eccezione per attività di indagine o per la realizzazione di eventuali fondazioni profonde per la costruzione di opere civili con adeguate soluzioni tecniche. L’acqua potabile fornita dai pozzi pubblici gestiti da VUS, ubicati nella zona di San Giacomo, risulta conforme per tutti gli usi umani.

Il Sindaco, con la stessa ordinanza di oggi, incarica la ASL3 di monitorare costantemente la situazione e di provvedere all’invio di comunicazioni individuali ai proprietari dei pozzi analizzati che risultano non conformi. Se nell’area individuata è presente un pozzo non censito e non analizzato da ARPA, il cittadino dovrà attivarsi di persona per effettuare le analisi delle acque rivolgendosi a laboratori privati o ad ARPA stessa. L’ARPA viene incaricata, sia di attivare subito un ulteriore monitoraggio attraverso il quale estendere l’area di investigazione, sia di ripetere periodicamente le analisi e le valutazioni affinché Comune e ASL possano assumere eventuali ulteriori provvedimenti.

Si comunica infine, che sono tuttora in corso le indagini per risalire alle cause dell’inquinamento. La prossima settimana è prevista una riunione con ARPA, ASL3, VUS, Provincia di Perugia e Regione Umbria per fare il punto sulle operazioni di monitoraggio costante della situazione.

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