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Cronaca

Inchiesta choc, sempre più adolescenti a Perugia si infliggono mutilazioni

Il dato è in forte crescita come dimostra una inchiesta, finita poi in un libro-verità, che ha preso a confronto i dati di Perugia, Bari, Messina e Bologna. Ora va di moda usare maniacalmente aghi pericolosissimi

Sempre più ragazzi e ragazze minorenni a Perugia si procurano dei piccoli tagli sulla braccia e gambe fino ad arrivare a casi limite che sono delle vere e proprie mutilazioni. A lanciare l'allarme, il giornalista Mario Campanella, Presidente dell'Associazione Peter Pan, e Donatella Marazziti. Docente di psichiatria all'Università degli studi di Pisa. I casi sono oltre 150mila divisi tra Perugia, Bologna, Bari e Messina; le città prese a riferimento dall'inchiesta.     

"Si tratta dello 0,25% della popolazione generale - si legge in una nota - ma del 5% di quella adolescenziale". Nel libro  "Maladolescenza quello che i figli non dicono", Piemme edizioni, scritto da Maria Rita Parsi e Mario Campanella, viene riportata la storia diretta di un'automutilante. "Il rapporto tra piacere e dolore - scrivono Campanella e Marazziti - ha un substrato biologico ma è connaturato all'esperienza comportamentale acquisita. Generalmente si tratta di ragazzi che hanno vissuto un'infanzia caratterizzata dalla punizione come fonte di violazione di schemi. Punizioni corporali che hanno generato una risposta di adattamento al dolore basata proprio sulla trasformazione in piacere". 

I soggetti analizzati vanno dai 13 ai 18 anni.  "Tra le nuove pericolose mode - aggiungono Campanella e Marazziti - c'è quella di ferirsi con degli spilli, con un esponenziale rischio di contrarre malattie invalidanti come il Tetano che non sono certo sparite".

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