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Cronaca

PERSONAGGIO E’ perugino uno dei più grandi collezionisti di film rari e introvabili

Ha cominciato facendo l'operatore negli anni 50 e 60 e ha conosciuto personaggi del calibro di Achille Togliani ed Elisabeth Taylor. Ora è tra i più grandi collezionisti di film

È un perugino e si chiama Stefano Rossi, il record man che possiede una delle più belle collezioni di film rari o introvabili, oltre a filmati amatoriali e privati (molti su Perugia) salvati dalla dispersione. Ma non solo film: Stefano batte tutti, a livello nazionale, in merito alla collezione di cinegiornali (Settimana Incom, Cinegiornale Luce e tanti altri).

È un patito del collezionismo di film in 16 millimetri e ne ha una marea, accuratamente selezionati per caratteristiche e tipologie. La sua “cave” viene visitata da chi è in cerca di scoop (e che, non di rado, spaccia scorrettamente per proprie queste rarità).

A casa sua arrivano soprattutto amici perugini. Tra loro, il cinefilo  e scrittore Fabio Melelli (oggi docente di Storia del cinema alla Stranieri), il collezionista Adriano Piazzoli, il peruginissimo Giuliano Raschi, il giovane film maker Michele Patucca, la storica Maria Luisa Martella. Attraverso la mediazione di Melelli e Piazzoli, si può avere accesso alla casa di Stefano, uomo amichevole e ospitale.

Racconta: “Ho cominciato facendo l’operatore al cinema dei Salesiani (don Bosco) negli anni 50 e 60 del Novecento e, all’età di 15 anni, andavo già a Roma a ritirare le pellicole per i vari cinema perugini”.“Ho conosciuto tanti personaggi che frequentavano la distribuzione: da Achille Togliani a Elisabeth Taylor. Frequentavo il Luce e la MGM, oltre alle altre principali case di distribuzione americane”.

Ma come hai fatto ad accumulare questo grande patrimonio?

“Molte copie, arrivate ad esaurimento perché deteriorate, andavano al macero e io mi premuravo di recuperarle. ‘Le vuoi?’ – mi dicevano – e io portavo via e accumulavo”

Come mai hai raccolto tanti cinegiornali?

“Questi venivano prodotti con cadenza bisettimanale ed erano una specie di telegiornale, prima delle televisione. Il governo ne finanziava la realizzazione e la distribuzione. Venivano proiettati nelle sale prima del film, come forma di acculturazione popolare, ed erano assecondati con apposite provvidenze statali. Quando “scadevano”, venivano gettati, ma io li recuperavo e li conservavo accuratamente”.

Altro punto di forza di Stefano Rossi è la maestria nella conservazione e manutenzione delle pellicole.Oltre alla capacità di riparare proiettori d’epoca: con pazienza certosina e rara competenza, ricostruisce pezzi e riabilita funzioni.

Come fai a tenere tutto in perfetta efficienza?

“Ho comprato negli Stati Uniti delle macchinette per aggiuntare le rotture. Tratto con liquidi speciali, da me stesso preparati, la celluloide per evitarne la disidratazione. Riavvolgo strette le pellicole, per salvaguardarle da piegature e polveri, ma soprattutto dall’acitosi, il cancro di questi materiali”.

Le “pizze”, ordinatamente disposte su scaffalature metalliche, vengono conservate in valigette originali, con all’esterno i dati identificativi. Per terra, rulli accatastati, ciascuno con l’elenco del contenuto. Più cinegiornali sono stati riuniti nella stessa pizza, ma portano il numero progressivo di edizione. Occorrerebbero mesi per visionarli tutti. Forse nemmeno Stefano se li ricorda perfettamente. Ma qui dentro c’è di tutto: ogni rullo… tante scoperte.

Tra le rarità di carattere documentario (film privati, girati da famiglie benestanti, anche perugine), anche i 27 film editi dalla San Paolo in 8 mm ottico, che ha bisogno di una macchina da proiezione speciale. Ma Stefano ce l’ha.

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