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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca

Perseguita per mesi una barista e le dipendenti: ma è incapace di intendere e volere, revocato anche il divieto di avvicinamento

L'uomo è detenuto per altri reati simili in città, non può essere rimpatriato perché destinatario di permesso umanitario

Perseguita per mesi la titolare di un bar e minaccia un altro commerciante che era intervenuto in difesa della donna. Mesi si minacce, tentativi di estorsione e insulti che avevano cagionato nella donna “un fondato timore per l’incolumità propria e delle proprie dipendenti così da costringerla a vivere con circospezione sul posto di lavoro ed evitare di rimanere sola e a chiedere l’aiuto del titolare dell’autolavaggio attiguo al bar” e innumerevoli volte l’intervento delle forze dell’ordine.

Comportamenti per i quali l’uomo, un gambiano di 24 anni difeso dall’avvocato Andrea Chinea, detenuto per reati simili compiuti in altre zone di Perugia, non verrà processato in quanto ritenuto incapace di intendere e volere e di stare in giudizio. Non solo. Il giudice ha anche revocato il divieto di avvicinamento alla donna e al bar. “La mia assistita è molto preoccupata per quello che potrebbe accadere una volta che il soggetto verrà scarcerato – afferma l’avvocato Salvatore Cavuoti che assiste la titolare del bar – Oltre che fortemente preoccupata non si sente tutelata da queste decisioni a fronte di quanto ha dovuto subire”.

L’uomo era accusato di “chiedere in continuazione a titolo gratuito cibo, bevande, sigarette” e al rifiuto di avere insultato la donna, minacciandola e spaventando i clienti che abbandonavano l’esercizio commerciale. In una occasione aveva preso a calci l’auto di un cliente e ancora con fare aggressivo aveva chiesto alle persone di accendergli una sigaretta. Una volta era entrato nel bar, preso una bibita dal frigo e, mostrandola alla proprietaria con fare minaccioso, era uscito senza pagare.

La paura delle vittime è che possa ripresentarsi al bar, come già avvenuto, con un cacciavite “che appoggiava sul bancone e usava per minacciare e insultare le dipendenti” e il titolare dell’autolavaggio che era intervenute in difesa delle donne.

In un’altra occasione era entrate nel bar e dopo aver inveito senza motivo contro la proprietaria, aveva cercato di afferrarla, desistendo solo per l’intervento del titolare dell’autolavaggio. A quel punto aveva minacciato entrambi dicendo alla donna “vuoi morire anche tu come lui?”, indicando il titolare dell’autolavaggio, mimando il gesto dello sgozzamento tenendo un oggetto in mano e dicendo “ti taglio la testa ... albanese di mer..., figlio di put…”.

Il soggetto, molto conosciuto a Perugia per intemperanze e comportamenti simili in altri locali e anche negli uffici postali, è stato arrestato ed è detenuto per altro motivo. In passato si è anche ipotizzato un rimpatrio, ma si trova in Italia con un permesso umanitario. Adesso con la sentenza che attesta l’incapacità di intendere e volere sono decadute anche le misure interdittive, in quanto la sua condizione è incompatibile con quella carceraria, ma è anche impossibile fornire un supporto all’uomo.

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