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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Umbria, controlli a tappeto in carcere: mini cellulare nascosto nelle mutande di un detenuto

Perquisizoni degli agenti nelle celle: trovato un mini telefono cellulare nascosto nelle mutande di un detenuto, completo di caricabatterie e sim card

Movimentata perquisizione in carcere, ieri mattina, ad Orvieto. Gli uomini della Polizia Penitenziaria hanno infatti esaminato e perquisito ogni anfratto del carcere umbro trovando, in una cella, un telefono cellulare. A darne notizia è Fabrizio Bonino, Segretario Nazionale per l’Umbria del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe.

L’apparecchio è un mini telefono cellulare, delle dimensioni di circa 7×3 cm, occultato nelle mutande di un detenuto napoletano, completo di caricabatterie e sim card. “Nonostante la gravissima carenza di organico che sta portando al collasso l’istituto di Orvieto il personale di Polizia Penitenziaria non molla e continua a tenere la schiena dritta, operando professionalmente e per il solo scopo di assicurare il proprio compito al servizio dello stato, vigilando e reprimendo il più possibile gli atteggiamenti sempre più illeciti messi in campo da alcuni detenuti”.

“Da tempo abbiamo chiesto, e per tanto rinnoviamo l’invito, al Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria la dotazione ai Reparti di Polizia Penitenziaria di adeguata strumentazione tecnologica per contrastare l'indebito uso di telefoni cellulari o altra strumentazione elettronica da parte dei detenuti nei penitenziari italiani", aggiunge il leader umbro del Sappe.

"Il rinvenimento è avvenuto - spiega Donato Capece, Segretario Generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, - grazie all'attenzione, allo scrupolo e alla professionalità di Personale di Polizia Penitenziaria in servizio”. Capece ricorda anche come "sulla questione relativa all'utilizzo abusivo di telefoni cellulari e di altra strumentazione tecnologica che può permettere comunicazioni non consentite è ormai indifferibile adottare tutti quegli interventi che mettano in grado la Polizia Penitenziaria di contrastare la rapida innovazione tecnologica e la continua miniaturizzazione degli apparecchi, che risultano sempre meno rilevabili con i normali strumenti di controllo".

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