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Cronaca Castiglione del Lago

Donna coperta di sangue e con un coltello appare in mezzo alla strada si lancia contro un'auto e poi querela il conducente

Automobilista indagato per lesioni personali e omissione di soccorso, ma non aveva investito la presunta vittima e si era allontanato per mettere al sicuro la sua famiglia

Precipita in un incubo personale e giudiziario dopo aver trascorso una serata in pizzeria con la sua famiglia.

È quanto ha vissuto, per quasi due anni, un uomo di 49 anni, difeso dagli avvocati Daniele Federici e Marta Sordi, accusato di aver investito un pedone e di non aver prestato soccorso.

Secondo l’accusa l’uomo, alla guida della sua autovettura, percorrendo una strada nel comprensorio di Castiglione del Lago, avrebbe investito una donna, cagionandole ferite giudicate guaribili in oltre 40 giorni. Contestata anche la condotta non corretta alla guida “non adeguandosi alle condizioni della strada e del traffico”, in orario notturno. Dopo aver investito la donna, infine, secondo l’accusa non si sarebbe fermato a prestare soccorso.

Per l’uomo era iniziato l’incubo dell’indagine giudiziaria, accusato di reati di un certo rilievo e che, dopo quasi due anni da quella sera, si è chiuso con un’archiviazione di tutte le accuse.

L’indagine era iniziata con la denuncia della donna investita, ma nel corso del tempo è emersa un’altra realtà. In primo luogo la donna, poco prima di essere investita, aveva chiamato la madre e lo zio dicendo di aver compiuto atti di autolesionismo, tagliandosi con un coltello. Una vicina l’aveva vista uscire di casa con un coltello in mano, tutta insanguinata e allontanarsi con la propria auto.

L’uomo stava tornando a casa dopo aver passato una serata in pizzeria con la famiglia quando, percorrendo la strada, una signora al volante di un’auto gli aveva prima lampeggiato e poi dal finestrino lo aveva avvertito di andare piano, ma senza spiegargli perché. Fatti pochi metri, però, l’uomo si trovava di fronte, in mezzo alla strada, una donna tutta insanguinata, con un coltello in mano (come in un film horror), che andava verso di lui. Arrivata in prossimità dell’auto la donna si buttava sul cofano e poi rotolava a terra.

L’uomo di fronte a quella scena, per proteggere se stesso e i suoi familiari, si era allontanato, chiamando il 118 e le forze dell’ordine. Dopo aver lasciato la famiglia al sicuro era anche tornato indietro, venendo accusato dai parenti della donna di averla investita. Dall’analisi della vettura, però, è emerso che non c’erano segni di un investimento e dalle telefonate registrata a numero unico dell’emergenza anche un altro automobilista aveva visto la donna “buttata in terra con un coltello in mano e tutta tagliata”. Nelle registrazioni delle telefonate fatte dall'uomo, invece, si sentivano i figli urlare e piangere per lo spavento.

Quelle che si ritenevano macchie di sangue sulla strada a seguito dell’investimento erano invece i residui delle medicazioni effettuate dal personale del 118 sulle ferite che la donna si era autoprocurate, sotto l’effetto di sostanze alcoliche.

Alla luce di tutto ciò il giudice per le indagini preliminari ha accolto la richiesta di archiviazione del procedimento penale a carico dell’uomo.

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