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Cronaca Centro Storico / Parco Sant'Anna

Materassi di fortuna, siringhe ovunque, bottiglie vuote e rifiuti: povero Parco di Sant'Anna!

Il 10 agosto scorso una ragazza è stata punta da una siringa messa apposta tra i tavoli del Parco di Sant'Angelo. Per lei è iniziato un calvario. Da qui l'inizio di un viaggio nei parchi delle famiglie dal centro alla periferia. Ecco cosa abbiamo visto e fotografato al Sant'Anna

Il sole è ancora alto e da quelle parti, a parco Sant’Anna, i bambini giocano tranquilli guardati a visti da madri prudenti. È però tra i cespugli che si nascondono le insidie maggiori. Ovvero: siringhe abbandonate che più di una volta sono costate momenti di ansia a qualche giovane che, senza accorgersene, si è punto. È storia recente - come riportato da Perugiatoday.it -  quella di ragazza che è stata punta da un ago - messo apposta tra le tavole di un'area ristoro - al parco Sant’Angelo. Da quel giorno (era il 10 agosto) è iniziato il suo calvario tra analisi e farmaci. 

A Perugia ogni parco ha i suoi lati bui però. Quei lati in cui i tossici si iniettano nelle vene una dose abbandonando quell’ago sporco di sangue. Tutto questo succede ogni notte anche nel parco Sant’Anna dove si vende, si acquista e ci si inietta l'eroina. Vengono qui da tutto il centro italia come le morti per overdose stanno a ricordare. Poco più sotto accanto ai palazzi dell’Asl e sull’edificio del comune si trova un piccolo cimitero di siringhe. Sono lasciate là, tra scatoloni e qualche coperta che probabilmente è servita a qualcuno di notte.

Parco di Sant'Anna: degrado, spacciatori, siringhe e alcove

Ma a parco Sant’Anna c’è anche chi ci vive. Tra i cespugli, in mezzo ai cannicci, alcuni materassi con delle scarpe accuratamente appoggiate accanto. Una piccola tanica, forse con dell’acqua dentro, non si capisce, avvicinarsi è quasi impossibile. Ogni tanto i passanti ti fanno sussultare, pensi che siano loro gli abitanti di quella non casa. Ma in quel quarto d’ora appostati neanche l’ombra dei proprietari. Che siano italiani schiacciati dalla crisi, tossici o magrebini? Nessuna risposta. Un passante, cittadino coscienzioso, chiama una signora: “Stia attenta alla sua bambina che lì è pieno di siringhe”. La madre guarda l’uomo e, alzando gli occhi al cielo, esclama: “Ancora? Ma non è possibile qui non si vive più”. Eh già perchè la droga rischia di far male anche una volta consumata in una siringa che resta a terrà tra palloni, giochi e i bastoni di anziani che si muovono in questa area verde.

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