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Cronaca

Avvocato quasi gratis, liquidata parcella della vergogna: 32,50 euro per una causa

Cliente e legale ammessi al gratuito patrocinio, in fase di decisione il giudice liquida 65 euro, dimezzati per l'applicazione di leggi e decreti

La parcella della vergogna è quella liquidata dal Giudice di pace di Perugia nell’ambito di un procedimento civile per il quale l’avvocato difensore aveva chiesto l’ammissione al gratuito patrocinio per il suo cliente.

La causa o il procedimento possono essere molto semplici, a volte poco impegnative, ma l’intervento di un avvocato non può costare meno della chiamata di un idraulico (con tutto il rispetto per il lavoro degli artigiani e dei tenici). E 32 euro e 50 centesimi come pagamento dei servigi di un legale sono veramente una farsa.

L’Ordine degli avvocati aveva accolto la domanda e una volta giunti alla sentenza il giudice liquidava anche le spese.

Ed è a questo punto che si verifica la beffa, ai limiti dell’insulto per una professione. Nel dispositivo (pubblicato anche nei social) si legge che “tenuto conto dell’impegno professionale, in relazione all’incidenza degli atti assunti rispetto alla posizione processuale della persona difesa”, visti gli articoli e le disposizioni di legge, il giudice “liquida in favore del richiedente la somma di 32,50 euro (fase istruttoria euro 32,50, fase decisoria euro 32,50 per un totale di euro 65, diminuito della metà” come prevede la legge “oltre al rimborso spese generali 15%, Iva e Cap” di legge, mandando alla Cancelleria per gli adempimenti.

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