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Cronaca Assisi

Papa Francesco ad Assisi: "E' una preghiera per la pace, non uno spettacolo"

Per Bergoglio "pranzo della pace" con gli altri leader religiosi e 25 rifugiati al Sacro Convento: "Non esiste il Dio della Guerra. Quello è il diavolo"

Papa Francesco è arrivato ad Assisi. “Oggi uomini e donne di tutte le religioni saremo ad Assisi non per uno spettacolo, ma semplicemente a pregare per la pace”. L'Osservatore Romano, via Twitter, ha diffuso il messaggio di Bergoglio per il convegno “Sete di Pace”. “Ho scritto una lettera ai vescovi di tutto il mondo perché nelle diocesi si preghi con tutti gli uomini di buona volontà. Oggi il mondo avrà il suo centro ad Assisi, per una giornata di preghiera, penitenza e pianto, perché il mondo è in guerra. Dio padre di tutti, cristiani e non, vuole la pace. Non esiste un dio della guerra, quello che la fa è il diavolo. Preghiamo il Signore affinché ci dia un cuore di pace, oltre le divisioni delle religioni, perché tutti siamo figli di Dio”.

Papa Francesco, che pranzerà con 25 rifugiati, dal campo sportivo di Santa Maria degli Angeli, dove è arrivato in elicottero da Roma, si è diretto al Sacro Convento, dove si svolgeranno gli incontri e i momenti di preghiera per la pace con gli altri leader religiosi. Qui è stato accolto dal Custode del Sacro Convento, padre Mauro Gambetti. Il Papa ha salutato e abbracciato Bartolomeo I, patriarca ecumenico di Costantinopoli, Ignatius Aphrem II, patriarca siro-ortodosso di Antiochia, Justin Welby, arcivescovo di Canterbury e Primate della Chiesa di Inghilterra, Riccardo Di Segni, rabbino capo di Roma, Abbas Shuman, vice presidente dell'Università Al-Azhar, e il fondatore della Comunità di Sant'Egidio Andrea Riccardi.

Bergoglio ha trovato ad accoglierlo nel Sacro Convento di Assisi anche la presidente della Regione Umbria Catiuscia Marini, il prefetto di Perugia Raffaele Cannizzaro, il sindaco di Assisi Stefania Proietti e alcuni rappresentanti del governo italiano. Stretta di mano tra il Papa e il ministro della Giustizia Andrea Orlando, il ministro dell'Ambiente Gianluca Galletti e il vice ministro agli Esteri Mario Giro.

Il Papa ha salutato singolarmente tutti i leader religiosi presenti, intrattenendosi per più di un'ora. Poi si è seduto a tavola per il pranzo della pace con i rifugiati. Dieci di questi sono arrivati in Italia con i ''corridoi umanitari'' di Sant'Egidio, dieci dal Cara di Castelnuovo di Porto, cinque sono invece assistiti dalla Caritas di Assisi. Al termine del pranzo, con un Papa Francesco "molto sorridente", anche una torta con 25 candeline per festeggiare gli anni di patriarcato di Bartolomeo I. Stappata, per l'occasione, anche una bottiglia di champagne. Al termine del pasto Bergoglio ha intrattenuto dei colloqui privati con tutti i leader religiosi presenti ad Assisi. E al ministro Orlando ha detto: "Seguo con attenzione il lavoro che sta facendo".

Intorno alle 16 ha preso il via il momento di preghiera per pace. I gruppi religiosi si sono divisi e spostati ognuno in un luogo preciso. I cristiani, riuniti in una preghiera ecumenica con Papa Francesco, sono tutti nella Basilica inferiore di San Francesco d'Assisi. Le religioni indiane si stanno ritrovando di fronte alla Basilica Superiore; gli scintoisti buddisti a Palazzo Monte Frumentario. I musulmani, gli ebrei, e i fedeli della religione Oomoto in altri luoghi del Sacro Convento, adiacente alla stessa Basilica. I fedeli della confessione Tenrikyo e i taoisti, in due differenti giardini del Monastero di Sant'Andrea.

La meditazione del Papa -  “C'è un grido che implora ed è quello delle vittime della guerra, dei bambini e dei poveri a cui è preclusa la luce di questo mondo”. La preghiera di Papa Francesco nella Basilica di San Francesco d'Assisi è per tutti. “Nelle parole 'Ho sete' di Gesù – ha proseguito Bergoglio - possiamo sentire la voce dei sofferenti, il grido nascosto dei piccoli innocenti cui è preclusa la luce di questo mondo, l'accorata supplica dei poveri e dei più bisognosi di pace. Implorano pace le vittime delle guerre che inquinano i popoli di odio e la terra di armi". E ancora: “Implorano pace i nostri fratelli e sorelle - ha detto ancora il Papa - che vivono sotto la minaccia dei bombardamenti o sono costretti a lasciare casa e a migrare verso l'ignoto, spogliati da ogni cosa. Tutti costoro sono fratelli e sorelle del Crocifisso, piccoli del suo Regno, membra ferite e riarse della sua carne".

E ancora: “Di fronte a Cristo crocifisso, 'potenza e sapienza di Dio', noi cristiani siamo chiamati a contemplare il mistero dell’Amore non amato e a riversare misericordia sul mondo. Sulla croce, albero di vita, il male è stato trasformato in bene; anche noi, discepoli del Crocifisso, siamo chiamati a essere “alberi di vita”, che assorbono l’inquinamento dell’indifferenza e restituiscono al mondo l’ossigeno dell’amore. Dal fianco di Cristo in croce uscì acqua, simbolo dello Spirito che dà la vita; così da noi suoi fedeli esca compassione per tutti gli assetati di oggi”.

Il Papa e i leader religiosi, terminate le distinte preghiere, si sono trasferiti nella piazza antistante la Basilica dove si svolgerà la cerimonia finale e verrà lanciato l'appello per la pace. Si prega anche per tutte le guerre e le situazioni di conflitto nel mondo. Per ognuna di queste tragedie verrà accesa una candela. Tamar Mikalli, cristiana di Aleppo, ha portato ad Assisi e a “Sete di Pace” la testimonianza della drammatica guerra in Siria: "Hanno cominciato a piovere missili che distruggevano le case – ha detto - . Sento ancora le grida di un padre, di una madre o le urla dei bambini che cercano i loro genitori".

La conclusione di Papa Francesco - Dopo gli interventi in piazza dei leader religiosi, Bergoglio conclude il meeting. "Molti di voi - ha detto Papa Francesco - hanno percorso un lungo cammino per raggiungere questo luogo benedetto. Uscire, mettersi in cammino, trovarsi insieme, adoperarsi per la pace: non sono solo movimenti fisici, ma soprattutto dell’animo, sono risposte spirituali concrete per superare le chiusure aprendosi a Dio e ai fratelli. Dio ce lo chiede, esortandoci ad affrontare la grande malattia del nostro tempo: l’indifferenza. E’ un virus che paralizza - insiste Bergoglio - rende inerti e insensibili, un morbo che intacca il centro stesso della religiosità, ingenerando un nuovo tristissimo paganesimo: il paganesimo dell’indifferenza". Dopo il minuto di silenzio in memoria delle vittime delle guerre e del terrorismo, viene letto l'appello per la pace 2016, firmato e consegnato ai bambini che lo porteranno ai capi delle Nazioni. Con l'accensione dei candelabri si conclude la giornata di Sete di Pace di Assisi.

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