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Cronaca Pretola

Muore il giorno prima di andare in Comunità: 22enne stroncato da un mix di eroina e coca

Insieme al giovane, lo stesso mix, uccise un 48enne perugino con il quale si erano appartati per farsi nella casa di famiglia a Pretola. Sul banco degli imputati ci sono noti spacciatori italiani. Il processo

I due corpi senza vita stesi sul pavimento. C’è un silenzio sibillino ad attendere la madre di Pierluigi Mezzasoma, quando spalanca il portone dell’abitazione di Pretola, dove il ragazzo si dovrebbe trovare in compagnia di un amico. Non si sente un solo rumore ed è a quel punto che la madre del giovane di soli 22 anni teme il peggio.

Riverso al suolo con gli occhi spalancati si trova suo figlio. Al fianco del giovane c’è invece il corpo di Valentini Emilio. Uomo di 48 anni che il ragazzo ha conosciuto a seguito dei rapporti con il mondo della droga perugina. A finire sotto processo sono Cotta (noto spacciatore), Bastianini Paolo e Chiavini. Accusati dalla Procura di Perugia di aver procurato le sostanze stupefacenti alle due vittime. 

Oggi, 19 febbraio, si torna in aula con l’intento di far luce su quella drammatica vicenda e comprendere quale sia la reale responsabilità dei tre imputati. Ad essere sentito il medico legale che effettuò l’autopsia sui due cadavere. In base alla sua testimonianza la morte sopraggiunse a seguito di un’insufficienza cardiovascolare dovuta dall’assunzione di un mix letale di cocaina ed eroina, meglio noto come speedball. 

Le indagini partirono immediatamente subito dopo la scoperta della morte dei due. Il giorno dopo a presentarsi spontaneamente in Questura fu Paolo Bastianini che raccontò di aver venduta la droga a Mezzasoma e Valentini. A finire invece in manette due mesi più tardi fu “Cotta”, arrestato a seguito di un’altra indagine riguardante sempre lo spaccio di sostanze stupefacenti. Ed è proprio grazie a le intercettazioni riguardanti quest’ultima inchiesta che emerse la scarsa qualità della droga venduta da Cotta.  Fu un tossicodipendente a chiamare allarmato lo spacciatore, urlando: “Cosa mi hai dato, mi si accelerano i battiti?”.

Una drammatica e maledetta notte. Pierluigi Mezzasoma era entrato a far parte di quel giro balordo ma era ormai deciso a uscirne a tutti i costi. Il giorno, infatti, del 24 agosto, e cioè quello successivo alla sua morte, sarebbe dovuto andare spontaneamente in una comunità di recupero. La sera della sua scomparsa la madre lo ricorda come un ragazzo felice, pronto a ricominciare una nuova vita, intento a festeggiare il compleanno del fratello. La madre del giovane si è costituita parte civile tramite l’avvocato Massiamiliano Sirchi. Nella prossima udienza dovrebbe essere sentita la fidanzata e convivente del giovane che dovrebbe spiegare il giro del mondo della droga perugina.  

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