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Cronaca

Ospedale Perugia, nuova tecnica salva-vita per arginare la "bomba" aneurismi

Questa tecnologia proveniente dagli Stati Uniti, è stata appena introdotta in Italia, e subito adottata dalla Chirurgia Vascolare del S. Maria della Misericordia. Il primato dei medici perugini

Una nuova tecnica salva-vita è stata messa appunto e fatta propria dai medici dell'Ospedale Santa Maria della Misericordia per arginare gli aneurismi. Un nuovo passo avanti in campo medico che è stato presentato in un convegno a Perugia il 23 e 24 giugno scorso.  Questa tecnica mininvasiva permette di inserire una gabbia metallica per proteggere le arterie in caso di rottura. Questa tecnologia proveniente dagli Stati Uniti, è stata appena introdotta in Italia, e subito adottata dalla Chirurgia Vascolare del S. Maria della Misericordia, che ha così confermato di essere all'avanguardia sia in Italia che all'estero nei trattamento endovascolari.

All'incontro scientifico, hanno partecipato 50 esperti provenienti dai principali centri chirurgici italiani, che hanno   presenziato a due interventi su pazienti umbri selezionati, grazie ad  un collegamento tra sala operatoria e sala didattica dell'ospedale. I due interventi, tecnicamente riusciti, sono stati eseguiti dal Prof. Fabio Verzini, promotore dell'evento, e dal Dr Gianbattista Parlani, in collaborazione con un gruppo multidisciplinare, composto dal radiologo Dr Pietro Pozzilli e dall'anestesista  Dr Andrea Spaccatini. 

"Questo incontro scientifico dimostra la capacità innovativa della  S.C di  Chirurgia  Vascolare - sottolinea il responsabile Dr Massimo Lenti –.La nostra Struttura è considerata centro di eccellenza dall’Agenas, l’agenzia del Ministero della Salute, nella cui graduatoria il nostro centro risulta al primo posto per la più bassa mortalità post operatoria.  Nel 2013 tutte le procedure chirurgiche eseguite dalla Chirurgia Vascolare sono state oltre 1500, di cui 250 per gli aneurismi dell’aorta addominale. Questa nuova tecnica permette di estendere le indicazioni di  questo tipo di trattamento  mini invasivo ad un più  grande numero di pazienti. In ultima analisi, anche questa occasione, la sinergia tra  ricerca scientifica ed assistenza  risulta premiante”.

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