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Cronaca

Ricoverata abortisce i gemellini in bagno, scatta la denuncia. L’ospedale: “Gravidanza ad alto rischio, avviata indagine"

La donna, secondo il suo racconto, sarebbe stata abbandonata senza assistenza in quei drammatici momenti. Intanto è partita anche una indagine interna per accertare responsabilità

Una vicenda delicata e dolorosa, quella di una donna di 37 anni che ha affidato alle pagine del Corriere dell’Umbria il suo drammatico racconto. Tanto che ora, l’Azienda Ospedaliera, ha aperto una indagine interna al fine di accertare eventuali responsabilità e criticità.

Ma andiamo per ordine. Alla donna , dopo un controllo, le viene comunicato che purtroppo una delle due gemelle che portava in grembo è morta, mentre l’altra rischiava gravi danni neurologici, e la morte. Da lì l’interruzione di gravidanza, a 21 settimane di gestazione, poi il ricovero nel reparto di Ostetricia e Ginecologia e l’inizio del calvario.  Con l’induzione al parto che le è stata praticata, secondo il racconto della 37enne (nonostante avesse più volte chiesto aiuto senza ricevere risposte), una ostetrica le avrebbe messo una padella di plastica sul water, in bagno, dicendole così di spingere. Tutto questo, però – è sempre la testimonianza della donna – solo con l’aiuto del marito.

Sul caso, vista la denuncia della coppia, è intervenuta anche l’Azienda Ospedaliera di Perugia con un nota: “Il caso riguarda una gravidanza ad alto rischio gemellare con una unica placenta e un unico sacco amniotico. A seguito di alta criticità del caso, la donna è stata presa in carico e seguita presso gli ambulatori della Struttura Complessa di Ostetricia.  Nel corso dell’ ultimo controllo, è stata accertata la morte di uno dei due feti. Tale situazione elevava in maniera esponenziale il rischio di morbilità e mortalità dell’altro feto e poneva a rischio la salute stessa della donna.

La coppia , dopo essere stata informata dal personale medico, intraprendeva la scelta di un aborto terapeutico, che veniva programmato per il 9 marzo scorso Il ricovero si è svolto come previsto. "L’aborto è stato indotto farmacologicamente , e tenendo in considerazione il possibile rischio emorragico , sono state predisposte adeguate scorte di sangue. L’espulsione dei feti è avvenuta mentre la donna si trovava nel bagno della stanza di degenza .La donna è stata assistita  presso la degenza, come da prassi per una migliore tutela della privacy in un momento particolarmente delicato e doloroso per la coppia”.

A seguito di un successivo sanguinamento, la donna è stata trasferita in sala Operatoria, per la necessaria assistenza e sono state eseguite trasfusioni di sangue. “Il decorso – continua la nota - è stato regolare tanto è vero che la donna è stata dimessa in buone condizioni  generali dopo tre giorni dal ricovero .A seguito delle rimostranze verbali fatte dalla coppia al personale sanitario, unicamente riferibili agli aspetti comunicativi e di relazione , peraltro nei confronti di una sola figura professionale, l’Azienda Ospedaliera ha avviato una indagine interna al fine di accertare eventuali responsabilità e/o criticità”.

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