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Cronaca

Si salva facendo innamorare il suo persecutore e poi lo incastra: la folle storia

Una storia fatta di atti persecutori e di un amore folle che termina però con un arresto. Una lunga indagine che ha permesso di mettere in manette Antonio Procopio, l'uomo finito indagato per l'omicidio Provenzano

Non amava quell’uomo. Ne era, infatti, terrorizzata. Tremava ogni volta che sentiva la sua voce, eppure lui se ne era completamente invaghito al punto tale che da persecutore era divenuto protettore. Antonio Procopio, questo il nome dell’uomo, era stato “ingaggiato” dal marito della donna per renderle la vita infernale. Il reclutamento, come racconta la vittima ai carabinieri, era avvenuto tramite una lettera che suo marito aveva spedito dal carcere direttamente all’amico di sempre Procopio.

Tutto inizia con degli atti intimidatori: foto del figlio con una croce rossa disegnata sopra, l’incendio dell’auto del padre e bottiglie incendiarie gettate davanti alla casa del fratello. Mesi di terrore che terminano quando la donna capisce il lato debole del suo persecutore: lei stessa. Da allora la vittima instaura un rapporto stretto con lo stesso Procopio fatto di effusioni e di alcuni contatti fisici, ma mai di rapporti sessuali. Ma è sempre la donna a raccontare “Io ad Antonio non potevo dire di no. Già lui in quel momento mi aveva preso i mobili da casa, i cani, aveva preso i soldi, aveva minacciato mio figlio, io non potevo dire di no. Per questi motivi non mi sono mai opposta alle sue effusioni fisiche, sebbene mi desse fastidio averlo accanto e farmi toccare da lui”.

Procopio sa bene dello stato in cui si trova la  donna e pur di tenerla legata a sé decide di giocare la carta dell’intimidazione. Le racconta così “confidenze delle sue ‘imprese’ – come si legge nell’ordinanza di custodia cautelare – delle quali si vantava con lei, dicendole inoltre che dopo le feste di Natale del 2013 ‘doveva far ballare Perugia’, con ciò intendendo che avrebbe cominciato a chiedere il pizzo a talune attività commerciali di Ponte Felcino e Ponte Valleceppi”.

Ma la storia va avanti e alla fine la donna non regge più. Va dai carabinieri e racconta tutto fin nei minimi dettagli, “condannando” così al carcere Antonio Procopio che finisce in mezzo all’inchiesta “Sotto Traccia”. La stessa che ha permesso ieri, 14 gennaio, di arrestare numerose persone per spaccio di sostanze stupefacenti e per l’omicidio Provenzano accaduto nel lontano 2005. Antonio Procopio è stato sentito oggi, 15 gennaio, in carcere dal gip Giangamboni. L’uomo ha respinto ogni accusa e ha dichiarato di non essere coinvolto nel delitto Provenzano. Quelle intercettazioni ambientali che, infatti secondo gli inquirenti lo inchioderebbero, in realtà non lo riguarderebbero minimamente, dato che non sarebbe lui a parlare. Questo almeno è quanto ha dichiarato l’imputato (difeso dall’avvocato Cristian Giorni). Domani sarà la volta di Gregorio Procopio, cugino dello stesso Antonio, e assolto in primo e secondo grado sempre per l’omicidio Provenzano. 

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