Processo Menenti, si torna in aula ad aprile: la difesa punta all'assoluzione di Valerio
Secondo la difesa, durante il processo di primo grado, non sarebbero stati presi in considerazioni importanti elementi che potrebbero scagionare, a loro avviso, il giovane da ogni accusa
Ci sono voluti due anni prima che la famiglia di Alessandro Polizzi e la giovane Julia Tosti potessero pronunciare la parola “giustizia”. La sentenza venne letta, lo scorso 27 aprile, in una aula gremita di gente dal presidente della Corte Gaetano Mautone. Ventisette anni per Valerio Menenti e l'ergastolo per il padre Riccardo.
Dopo un anno da quel giorno carico di tensione il processo è destinato riaprirsi per il secondo grado di giudizio in Corte d'appello. Dopo essere stato depositare l'appello da parte dei legali degli imputati, adesso arriva anche la data della prima udienza. Padre e figlio si presenteranno in aula il prossimo 13 aprile.
I fatti - "Non volevo uccidere", disse all’epoca dei fatti Riccardo Menenti, ma secondo il pm Antonella Duchini e Gemma Miliani, fu lui a portare la pistola nell'appartamento di via Ettore Ricci nella notte tra il 25 e il 26 marzo scorso. Secondo la procura Riccardo Menenti entrò nell’appartamento uccidendo con un colpo Alessandro Polizzi e ferendo a una mano Julia Tosti, ex fidanzata di Valerio. Mandante morale dell'omicidio, invece, quest'ultimo, condannato proprio per questo a 27 anni di carcere.
La difesa di Valerio – I legali del giovane punteranno ad un'assoluzione di Valerio. Secondo la difesa, durante il processo di primo grado, non sarebbero stati presi in considerazioni importanti elementi che potrebbero scagionare, a loro avviso, il giovane da ogni accusa. Per gli avvocati del ragazzo una delle figure più “torbide” sarebbe quella di Gubbiotti, considerato invece “super testiamone” dell'accusa. Ad essere messe in discussione dai legali del Menenti anche le dichiarazioni di Julia Tosti e le indagini svolte.
