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Cronaca Ramazzano

Omicidio Ramazzano, arrestati romeni: la banda tradita da un "supertestimone donna"

I due arrestati sono accusati, dell'omicidio Rosi, di altre rapine a mano armata e violenza sessuale sono stati smascherati da una donna con cui intrattenevano un rapporto particolare e che li ospitava nelle loro sortite a Perugia

I preseunti assassini di Luca Rosi, ucciso durante una rapina a Ramazzano, sono finiti nella rete messa in atto dal Comando Provinciale dei Carabinieri di Perugia, intorno alle 6 di venerdì mattina.

Gli uomini dell'Arma con la collaborazione del Reparto crimini efferati hanno arrestato due romeni ritenuti essere gli assassini di Rosi e  i rapinatori di tre villette (Ramazzano, Resina e Bastia Umbra) , nonchè i violentatori di una donna di 54 anni. Più una serie infinita di altre accuse che lo stesso Comandante Angelo Cuneo ha definito "metà codice penale" in conferenza stampa.

Gli arrestati, incensurati in Italia, sono: J.G., domiciliato a Vercelli, ma cittadino romeno classe '81: lo studio sul Dna ha permesso di capire che è l'autore della violenza sessuale sulaa donna sudamericana di 54 anni durante la rapina in villa a Resina e sarebbe accusato di aver scaricato con pistola semiautomatica cinque colpi sul povero Luca, arma da fuoco sottratta durante un'altra rapina.

Il secondo arrestato si tratta di P.A., classe 1992, romeno e domiciliato a Vercelli. Il secondo uomo della banda. Si cerca un terzo complice che però sarebbe schedato e che a breve dovrebbe finire nelle mani dei militari.

"Abbiamo raccolto indizi estremamente importanti e incofutabuli" ha affermato il Comandante Cuneo "Utilizzando sia la classica investigazione sul campo che la raccolta dei Dna". Fondamentale sarebbe stato un maresciallo dell'Arma dell'area Nord di Perugia che sarebbe risalito ad un covo utilizzato dalla banda prima di tornare nel Nord del Paese (a Vercelli).

Il covo era abitato da una donna che è diventata la supertestimone dell'inchiesta facendo prendere il basista e poi arrivare ai fuggitivi che si erano già rifugiati in Romania.

 

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