Omicidio Gualdo, la follie del killer: scritte sui muri con il sangue della vittima

Lei per terra, priva di vita. Lui, Danut Barbu, l’uomo che ha ucciso Ofelia il giorno dell’8 marzo, in camera vicino a al cadavere. Un omicidio che ha il sapore macabro della follia più pura. Accanto alla donna, l’assassino scrive sui muri con il sangue della vittima. “Il male che è stato fatto alla mia famiglia adesso lo proverete anche voi”.  È questo il senso di quelle frasi in romeno. L'ho scritto col mio sangue, prima di distendermi accanto a Ofelia, pensando di morire», ha detto l'assassino martedì mattina al suo avvocato Francesca Tosti, che ha avuto con lui un colloquio in carcere.

Non ha ferite da difesa sul corpo Ofelia. I medici legali Luca Pistolesi e Gualtiero Gualtieri hanno analizzato il corpo. L’uomo deve avere colpito alle spalle, almeno così sembrerebbe, analizzando la traiettoria del taglierino usata per ferire la giovane alla gola. Non ha infatti tagli né su braccia, né su mani.

Poi un’altra ferita sulla nuca, come se avesse sbattuta la testa cadendo e un piccolo taglia sul mento, un altro segno che deve aver lasciato il killer in passato, perché la ferita è vecchia. Adesso si cerca il reale movente di un omicidio che lascia tutti senza parola per la efferatezza. L’uomo nel frattempo è stato trasportato all’infermeria del carcere di Capanne, dopo resterà per molto tempo.

Si parla di omicidio premeditato. Quando l’assassino ha comprato il taglierino? E come se lo è procurato? Aveva già deciso di uccidere la donna? Domande che non hanno ancora una risposta e che non trovano una spiegazione ben precisa al momento. L’assassino dice di aver trovato l’arma  nella stanza affittata , ma non è in grado di ricordare precisamente in quale posto. Nel frattempo l’uomo nega di aver fotografato o filmato il cadavere, ma di aver solo avverto la sorello con un sms dell’accaduto.