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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca

Omicidio di Po' Bandino, mamma a giudizio per aver ucciso il piccolo Alex: "L'ho ucciso, ma non ricordo"

La donna, dopo la perizia che la ritiene capace di intendere e volere, sarà processata a gennaio

Katalina Erzsebet Bradacs è stata rinviata a giudizio per l’omicidio del figlio Alex di 2 anni, avvenuto a Po’ Bandino il 1° ottobre del 2021. Il giudice per l’udienza preliminare Margherita Amodeo ha deciso che la donna, difesa dall’avvocato Enrico Renzioni, dovrà essere processata il 12 gennaio del 2023 davanti alla Corte d’Assise del Tribunale penale di Perugia.

La donna donna è accusata di aver ucciso il figlio, Alex di due anni, e di averlo poi poggiato sul nastro di una cassa di un supermercato a Po’ Bandino. Secondo i periti emergerebbe nella donna la consapevolezza della grave azione posta in essere, sia perché aveva minacciato di farlo sia per il depistaggio messo in atto subito dopo il delitto. La stessa imputata oggi ha confessato di aver ucciso il figlio, ma di non ricordare nulla.

La prima versione del delitto raccontata agli investigatori era stata quella “dell’uomo nero” che aveva pugnalato il piccolo Alex, seduto sul passeggino, mentre lei si era allontanata di pochi metri, forse per telefonare o fumare una sigaretta.

La madre è stata ripresa dalle telecamere a Po’ Bandino, “solo lei con il bambino” mentre “percorreva il sentiero che porta al rudere dove è avvenuto il delitto” e “sempre sola, con il figlio in braccio, questa volta ferito e verosimilmente già privo di vita” quando “giunge nel supermercato” dove compie il gesto di adagiarlo, chiedendo aiuto. Il giudice per le indagini preliminari scrive anche che “una messinscena sembra anche la ferita da taglio all’avambraccio sinistro della donna”.

Secondo i periti c’è spazio per parlare di una capacità diminuita al momento dell’omicidio, un vizio parziale di mente che potrebbe essere usato per una sentenza più mite. La difesa, quindi, potrebbe sostenere questa ipotesi, chiedendo di accertare la sussistenza del vizio di mente per l’imputata.

Il padre del bambino, dal quale la donna si era separata, si è costituito parte civile con l’avvocato Massimiliano Scaringella. Presente in aula anche il console ungherese.

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