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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Strangola la madre nel sonno, il figlio omicida resta in silenzio davanti al giudice: "E' in stato confusionale"

Luciano Naticchi, reo confesso per l'omicidio di Ofelia Tiburi, non ha parlato dinanzi al gip in sede di interrogatorio di garanzia. Il movente ancora un giallo

Non ha parlato Luciano Naticchi, il 59enne reo confesso per l'omicidio della madre Ofelia Tiburi, assassinata lunedì 12 marzo al secondo piano di via delle Ghiande 88, nella tranquilla frazione perugina di Montelaguardia. Non ha parlato davanti al gip Carla Giangamboni, in sede di interrogatorio di garanzia che si è svolto questa mattina al carcere di Capanne dove l'uomo è detenuto.

"In forte stato confusionale" -come ha chiarito l'avvocato difensore Francesco Falcinelli - non è riuscito a parlare nè tantomeno a  spiegare cosa sia successo quella maledetta mattinata, e il movente, dopo cinque giorni da quel dramma familiare consumatosi al secondo piano di una palazzina, resta ancora tutto da chiarire. A causa del suo stato, l'indagato si è così avvalso della facoltà di non rispondere. 

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Restano ancora i dubbi e i nodi da sciogliere dietro la morte di Ofelia, una 79enne conosciuta e benveluta nel paese, rimasta da un anno vedova del marito. Ed era per questo motivo che il figlio, residente nello stesso stabile della palazzina, era solito farle compagnia alcune sere a settimana, passando la notte in una camera adiacente a quella matrimoniale. Fino alle 7.30 di lunedì, quando ha allertato i carabinieri confessando l'omicidio della madre. Morta per strangolamento, ma sul perché del tragico gesto resta un capitolo da scrivere.  

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