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Cronaca

Sequestra per una notte la escort e non paga quanto pattuito: imprenditore a giudizio

La donna era fuggita acconsentendo alla richiesta dell'uomo di acquistare droga per lui

Rinviato a giudizio per una notte di follia con la escort. Un imprenditore perugino dovrà rispondere, davanti al giudice Francesco Loschi, il 16 ottobre prossimo, delle accuse di sequestro di persona e violenza privata.

L’imputato, difeso dall’avvocato Gabriele Caforio, è accusato di avere “dopo aver concordato e consumato … un rapporto sessuale a pagamento” con una escort, costituitasi parte civile tramite l’avvocato Francesco Gatti, costretto la stessa “a tollerare la sua permanenza all’interno dell’abitazione, rifiutando di uscire nonostante l’invito della donna, intimandole di uscire per procurargli” della cocaina e al rifiuto della escort “puntandole contro un coltello da cucina prelevato da un cassetto e al contempo afferrandola per i capelli”. Violenze e minacce che sarebbero proseguito fino alle 9 del mattino successivo.

Per la Procura di Perugia l’imputato avrebbe privato la donna “della libertà personale, legandole i polsi con del nastro adesivo che estraeva dal suo borsello e chiudendola in bagno tenendo la porta serrata con la forza, così da impedirle di uscire”. La donna avrebbe assecondato l’imputato “con la falsa promessa di adempiere alle sue richieste”, cioè di acquistare la droga per lui e accettare di fare nuovamente sesso con lui, sempre dietro il pagamento di una somma, pur di uscire dal bagno e dall’appartamento per chiedere aiuto.

Una volta libera, infatti, la donna scappava da amici e la mattina successiva, rientrata nel suo appartamento di lavoro vi trovava l’imputato addormentato sul divano. Un mese dopo la donna denunciava tutto in quanto l’uomo pur promettendo di pagare il compenso pattuito, non lo faceva. Adesso la escort chiede 10mila euro di risarcimento.

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